Dietro le quinte delle Regionali tra i candidati del Pd

Otto candidati, quattro uomini e quattro donne, per due o forse tre poltrone in consiglio regionale. Mentre il governo nelle ultimi giorni ha fissato la data, si spera definitiva, delle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale al 31 maggio, i vari candidati sono impegnati proprio in queste ore nella raccolta delle firme per presentare e ufficializzare le candidature.

A Pisa servono 300 sottoscrizioni, raccolte in 35 comuni della provincia, per essere ammessi alla corsa elettorale ed entrare nel listino composto da 8 nomi collegati al candidato presidente del Pd Enrico Rossi. Le firme raccolte dovranno essere presentate entro le 16 di venerdì 27 marzo. Una prima selezione che, diversamente da quanto successo in passato, si sta già rivelando impegnativa per molti, proprio per il fatto che le firme dovranno essere raccolte su un territorio che è circa due terzi di quello provinciale. Il renziano Antonio Mazzeo dice di avere già raggiunto l’obiettivo cercando di trasformare la raccolta firme in un evento propagandistico e in una prova muscolare dal punto di vista della comunciazione per mettere in ombra i concorrenti, mentre gli altri in modo più riservato, stanno lavorando con la vecchia tecnica dei contatti personali e dei sostenitori che vanno in giro a far firmare i fogli di sottoscrizione ai vari tesserati del partito.
Gli altri appunto. Cominciamo da Ivan Ferrucci, consigliere regionale uscente da un primo mandato che chiude nel ruolo di capogruppo e che proprio venerdì sera a Pontedera, quella che dovrebbe essere la sua roccaforte, ha ufficializzato la candidatura con il viatico di Francesco Nocchi che in questi giorni si alterna tra il ruolo di segretario provinciale e quindi figura super partes e quello di candidato in pectore, che quasi sicuramente verrà ufficializzato da Bersani domani sera (16 marzo) e poi l’ex presidente della provinca Andrea Pieroni che invece si muove con la sua solita riservatezza, ma che negli ultimi tempi sembra essere l’unico che seppur timidamente, sta cercando di mettere un po’ di contenuti e idee in una campagna elettorale che viceversa sembra essere più giocata sui social media e giornali a colpi di immagini vincenti e slogan che sulla base di idee e programmi.
Poi c’è la questione delle quattro donne, perché così ha voluto il partito, per onorare quel principio di parità di genere che dovrebbe fare parte del dna dei democratici e a cui le donne pisane non sembrano dare così tanto peso.
Tra le pisane pronte e inserire il proprio nome nella lista degli 8 candidati consiglieri c’è sicuramente Alessandra Nardini la democratica di Capannoli, che può contate sull’appoggio dei giovane democratici. Poi c’è Cristina Conti la civatiana di Pisa che potrà contare probabilmente sul sostegno del Pd più radicale e che per la sua campagna elettorale ha deciso di sfruttare lo slogan “Noi contiamo, coraggio, passione, dolcezza” che tanto ricorda quello di un’altra civatiana che in provinca di Pisa ha già avuto successo l’attuale sindaco di Ponsacco Francesca Brogi.
Sul fronte dei renziani l’unico nome tra le donne che per ora rimane in auge al netto di colpi di scena è quello di Patrizia Bongiovanni, la renziana, già consigliere comunale di Pisa e sostenuta dal cattolico Federico Gelli, che dopo aver dovuto ritirasi nella partita per la candidatura di Massimiliano Sonetti ha deciso di puntare tutto proprio sulla Bongiovanni, che se da un lato a regola di partito dovebbe fare un ticket elettorale con Mazzeo, in realtà potrebbe diventare per il volto dei renziani pisani proprio una spina nel fianco indebolendo lo strapotere di Mazzeo. Insomma una candidatura che forse alla fine è utile soprattutto a Gelli che ancora una volta potrebbe dare dimostrazione di avere un peso sulla scena politica pisana. Manca ancora un nome tra le donne e qui stanno girando le ipotesi più fantasiose. Dalla Vivaldi ex sindaco di Montopoli anche lei vicina all’ortodossia del partito dell’area Nocchi e Fontanelli e che dopo avere guidato il comune di Montopoli, ora potrebbe creare qualche problema a Pieroni che invece sul comprensorio del Cuoio sembra avviarsi ad essere un candidato incontrastato. Non sono mancate neppure altre ipotesi, che per ora però rischiano di essere superate, un’altra donna a cui i renziani avrebbero chiesto la candidatura in sostegno di Mazzeo infatti è Cupelli la presidente della Cia che però avrebbe declinato l’invito e avrebbe preferito non legare il suo ruolo di presidente degli agricoltori a nessuna corrente politica.

I ticket
La legge elettorale permette di fare i cosiddetti ticket, ovvero accostare il nome di un uomo a quello di una donna. Una soluzione che potrebbe essere per alcuni vantaggiosa, per altri controproducente, fermo restando che quando si andrà a votare gli elettori potranno esprimere fino a due preferenze per il consiglio, purché una sia per un uomo e una per una donna. Sulle scelte di appaiamento per il momento non è stato ufficializzato niente. E’ chiaro che i ticket dovrebbe essere costruiti almeno teoricamente su un programma elettorale condiviso e su un’omogeneità di idee. Per ora è difficile costruire ipotesi anche perché all’intero del partito non è ancora chiaro chi sta con chi.
Da un lato ad esempio potrebbe essere strategico che Nardini possa andare a creare un ticket con Ferrucci sia per appartenenza territoriale, sono entrambi della Valdera, ma in questo caso l’unica che avrebbe da guadagnare sarebbe la giovane democratica che ha ben poca dote in termini di voti e notorietà da portare al capogruppo uscente che non solo è nato in Valdera a Calcinaia e vi ha vissuto e fatto politica per anni, ma può contare anche sul fatto di essere inserito anche per vicende personali nel meccansimo del Pd locale e del mondo del sociale visti i ruoli di rilievo che la moglie ex sindaco di Calcinaia, riveste nel mondo delle cooperative. Anche se la sua candidatura è sostenuta ufficiosamente da molti esponenti del Pd locale come ad esempio il sindaco di Bientina Corrado Guidi, il sindaco di Terricciola Antonietta Fais e quello di Capannoli Cecchini, potrebbe mettere in un qualche imbarazzo ad esempio Simone Millozzi il sindaco di Pontedera che se politicamente ha sempre trovato più vantaggioso essere vicino a Nocchi ora rischia di dover sostenere Ferrucci per varie questioni sia territoriali che politiche.
Nocchi invece se dovesse fare un ticket probabilmente dovrebbe, per logica andarlo a stringere, in caso di candidatura, con la Vivaldi a lui omogenea come area politica e allo stesso tempo strumentale ad andare ad insidiare Pieroni nella sua roccaforte, il comprensorio del Cuoio. Va da sé che invece Mazzeo se proprio deve fare un ticket dovrà tenere conto della “gelliana” Bongiovanni, ma questo per il campione dei renziani pisani vorrebbe dire dare voce e rilievo politico ai cattolici dell’area Gelli. Di sicuro Mazzeo potrà contare sull’appoggio del vicesindaco di Pontedera Angela Pirri, sull’assessore del comune di Pontedera Marco Papiani sul sostegno del sindaco di Calcinaia Lucia Ciampi renziana della prima ora ma che sicuramente vista la candidatura di Ferrucci se renziana non fosse stata, lo sarebbe rapidamente diventata e di Alessio Lari sindaco di Buti che per queste elezioni sembra avere ormai definitivamente indossato la casacca dei renziani.
Nocchi invece potrà contare sulla macchina del Pd, sull’appoggio di Filippeschi, di Fontanelli, e del Pd di tradizione Ds e questo significa che se non ha un grande radicamento nel resto della provincia sicuramente sarà un candidato forte a Pisa.
Infine Pieroni che sembra essere l’unico a non avere cercato ticket visto che la sua area elettorale oltre alla componente territoriale che lo rende più forte sul comprensorio del cuoio, è abbastanza eterogenea e trasversale, da un lato può vantare un’amicizia con Letta, ma dall’altra dovrebbe poter contare sul sostegno di giovani sindaci come Gabriele Toti di Castelfranco di Sotto e Marco Gherardini di Palaia, oltre che su una serie di relazioni maturate nel corso della sua azione politica ormai ventennale. Insomma Pieroni, che per il momento sta conducendo una campagna elettorale senza troppi clamori, sembra avere a disposizione varie relazioni sul territorio sia a Pisa che sulla provincia che però non gli garantirebbero un’identità netta all’interno del partito che, quindi renderebbe assai difficile andare a trovare una corrispondenza politica con una della quattro candidate. Ma questa è solo un’ipotesi: il calendario scorre più lento in campagna elettorale e con le firme da consegnare, a fine maggio manca molto e i giochi sono più che aperti. 

Gabriele Mori

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