Niccoli: “Via la guardia medica, Gabbanini non ha detto una parola”

E’ indignato di fronte all’atteggiamento di passività del sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini e della maggioranza il consigliere comunale Alessandro Niccoli del gruppo misto.

Durante la seduta di ieri (giovedì 26 novembre) del consigli comunale infatti è stato discusso l’ordine del giorno proposto dal gruppo misto sulla sanità alla luce del referendum abrogativo della legge 28 del 2015 della regione toscana con cui si istituisce la riforma sanitaria per aree vaste, che secondo Alessandro Niccoli come primo risultato ha prodotto la chiusura del presidio della guardia medica a San Miniato alto , spostata nella logica di riorganizzazione del servizi odi continuità assistenziale dalla Asl 11 a San Miniato basso. Ma il problema a san Miniato è più politico di quanto non si creda e si annida nei meccanismi della maggioranza secondo le parole di Niccoli che spiega: “I cittadini presenti in consiglio comunale, nonché i consiglieri di minoranza sono rimasti sbigottiti dal basso interessamento operato dal sindaco e dai consiglieri Pd sulla questione della chiusura presidio medico San Miniato, oltre che dall’intervento in merito dato dal capogruppo Pd”.
“Il Pd – continua Niccoli – ha votato no alla richiesta di cui all’ordine del giorno di avviare un confronto con Asl11 e con la popolazione, motivando roboanti commenti sulla instabile riforma della sanità toscana; instabile, dato che i cittadini devono ancora esprimersi sulla stessa attraverso il prossimo referendum abrogativo. Nessuna altra motivazione!
Il sindaco, presidente della nuova Società della Salute Valdarno, non ha detto una parola sulla scelta di annullare il presidio sanitario del capoluogo. Per i cittadini e per le minoranze non è più dato di comprendere quale siano le logiche che muovono l’azione politica a San Miniato – forse logiche di partito o di interessi superiori, non certo logiche di tutela di una città e dei suoi abitanti. E’ emersa una prova muscolare che il Pd samminiatese ha voluto dare, contro il suo capoluogo, contro la tutela dei cittadini e soprattutto contro gli anziani, i suoi cittadini anziani; con ciò dimostrando a questo punto una sudditanza dello stesso Pd ad una occulta regia che si annida sopra alla sanità empolese, e comunque dietro ogni importante decisione, che bypassa il confronto politico e con i cittadini”.
“Quindi, capo chino – ironizza Niccoli, attaccando poi il primo cittadino Vittorio Gabbanini – a decisioni imposte da Asl Empoli come la chiusura del presidio medico di San Miniato da parte del nostro “Tutore”, del nostro sindaco. Questa decisione del sindaco di non intervenire, quantomeno con un confronto con Asl e popolazione, come richiesto nell’ordine del giorno del gruppo misto, a cui hanno invece votato positivamente le altre forze politiche, così glissando senza una logica spiegazione, dà davvero il taglio della gravità della situazione in cui siamo immersi anzi: in cui è immerso il partito di maggioranza. Così è stato azzerato il confronto auspicato – dice Niccoli – con la popolazione, e con la dirigenza Asl Empoli, il cui direttore rete territoriale Mennuti, ha trasmesso solo ieri le sue non comprensibili motivazioni della scelta di calare la definitiva mannaia sui cittadini di San Miniato città e frazioni poste a Sud. San Miniato Città ha segnato e fermato il tempo, ma oggi Mennuti e PD locale, per una semplice economizzazione e riorganizzazione del sistema sanità, così dicono, tolgono dal centro storico l’ultimo baluardo di civilizzazione e di istituzione. Da adesso in poi, a
San Miniato non c’è più una istituzione capace di tutelare i cittadini. I suoi baluardi principali di civilizzazione stanno per essere smantellati in sordina, per logiche del tutto occulte, non spiegate, e a questo punto inquietanti: lo storico ospedale di San Miniato e lo stortico Liceo Marconi, sono stati trasferiti. Oggi si abbatte anche l’ultimo presidio medico necessario ai cittadini di S.Miniato e alle frazioni poste a Sud. Nonostante il richiamo alla responsabilità della politica e dei dirigenti Asl, lanciato ieri in consiglio comunale dal gruppo misto e dalle altre forze politiche, teso a non usare il potere in modo arbitrario e autoritario, il Pd e soprattutto la Asl11 empolese, che pare non si siano mai consultati sulla vicenda dell’annullamento presidio medico hanno dato un secco no. Stupisce – conclude e rimarca Niccoli – il mancato interessamento a salvare la guardia medica, oltre che dal nostro sindaco, anche dal vicesindaco Chiara Rossi che ha delega alla protezione civile, e dall’assessore Spalletti titolare della delega alle politiche sociosanitarie”.

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