Pd e Unione Inquilini divisi sul numero anti-puzza

Continua a far discutere la richiesta di Movimento 5 Stelle e Unione Inquilini di stipulare una convenzione tra le amministrazioni del comprensorio ed Arpat per rendere attivo un numero verde funzionante 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 in modo garantire una reperibilità costante dell’Agenzia per segnalazioni di problemi ambientali.

Dopo la presentazione di una mozione da parte dei grillini al consiglio comunale di San Miniato e relativa bocciatura da parte del Partito Democratico, la polemica continua con un botta e risposta fra Pd e Unione Inquilini, organizzazione che per prima ha richiesto questo tipo di servizio. “La mozione è stata respinta dal Partito Democratico perché riteniamo che questa richiesta oltre a comportare un notevole spreco di risorse pubbliche vada ben oltre quelli che sono i compiti dell’Arpat, che fra le sue attività non annovera un “pronto soccorso” ambientale, fermo restando il diritto dei cittadini di fare eventuali segnalazioni” scrive il capogruppo in consiglio Alessio Spadoni. “I compiti dell’Agenzia sono chiaramente definiti nella Legge 30/09 e prevedono l’attività di controllo ambientale, di supporto tecnico-scientifico e di elaborazione dati, di informazione e conoscenza ambientale. Fermo restando il diritto dei cittadini di fare eventuali segnalazioni nei modi previsti. In ogni caso chi lo ritiene opportuno può fare le segnalazioni 24 ore su 24 attraverso i canali della protezione civile e delle forze dell’ordine; l’Arpat interviene anche di notte se questi soggetti (pubblici) lo richiedono. A tal proposito è stato firmato un protocollo d’intesa nel 2011, poi confermato da un accordo tra Regione, comuni del comprensorio e alcune ditte per la gestione del telerilevamento. L’accordo è il risultato della collaborazione tra amministrazioni pubbliche, associazioni imprenditoriali e sindacati che caratterizzano il comprensorio del cuoio e disciplina in dettaglio il coinvolgimento diretto delle aziende che intendono aderire al sistema di telerilevamento. Tale sistema consente la ricezione per via telematica da parte di una postazione centrale di dati provenienti dai sensori presenti nelle aziende, che consentono di misurare in tempo reale principalmente parametri correlabili al rilascio anomalo di odori. I dati raccolti sono controllati ed analizzati presso la sede Arpat di San Romano. Arpat effettua una verifica giornaliera delle informazioni provenienti dagli impianti e, nel caso di anomalie, svolge i necessari accertamenti; elabora i fati acquisiti e li pubblica sul proprio sito. A nostro avviso quindi Arpat svolge già una notevole attività di monitoraggio sul nostro territorio, volta alla prevenzione dei fattori di rischio ed è in questa direzione che deve continuare la propria attività. L’impegno dell’Amministrazione deve semmai favorire una più ampia diffusione del sistema di telerilevamento attraverso anche la sensibilizzazione verso quelle aziende che producono particolari emissioni ambientali”.

Una necessità la cui valenza né i pentastellati né Luca Scarselli, rappresentante comprensoriale del sindacato inquilini, vogliono rinunciare, venuta fuori in tutta evidenza dopo il caso delle maleodoranze riscontrate a San Donato di San Miniato lo scorso gennaio (leggi anche: Maleodoranze S.Donato, per Arpat restano un mistero) quando le segnalazioni di alcuni semplici cittadini, alle quali non ha fatto seguito alcun intervento analogo da parte del comune o di altri enti preposti, era stata involontariamente ignorata dall’Arpat per svariati giorni in quanto caduta a ridosso di un fine settimana. Se per gli enti c’è infatti un canale privilegiato per richiedere un controllo da parte dell’agenzia regionale per la protezione ambientale, con intervento immediato dei tecnici, le segnalazioni dei cittadini hanno ancora oggi un’altra valenza sul fronte delle priorità e vengono passate al vaglio in orario di ufficio. Di qui l’idea di un servizio pagato dai comuni per implementare la reperibilità di Arpat anche a fronte della cittadinanza. “La risposta ci sembra quanto mai doverosa viste le palesi imprecisioni ed una certa superficialità” replica Scarselli al consigliere. “L’Arpat ha compito di controllo ambientale e l’Arpat interviene se ci sono maleodoranze, anche prontamente. Così, non comprendiamo cosa il gruppo consiliare intenda come “pronto soccorso” ambientale. In realtà, quello che veniva presentato dal Movimento 5 stelle, e proposto anche da noi, era solitamente la richiesta di una semplice convezione per prolungare l’orario di un servizio palesemente ammissibile che Arpat già fa. In relazione poi al e fantomatico “notevole spreco di risorse pubbliche” non comprendiamo come possa essere stata rilasciata una simile dichiarazione. Infatti, la proposta che veniva avanzata era di condividere con gli altri comuni le spese per un servizio che consisteva solamente nella mera reperibilità di due funzionari Arpat che certamente con vanno a giro con le pettorine d’oro”.
Scarselli poi torna sull’episodio di San Donato. “A differenza di quanto sostiene il Pd, non possono essere fatte segnalazioni 24 ore su 24 – dice – poiché ad un certa ora il servizio si interrompe come dimostrato da varie segnalazioni che abbiamo fatto, ma anche dalla stessa Arpat in un recente comunicato stampa. In relazione poi alle autorità che si possono contattare in questi casi va chiarito che: 1. la protezione civile può essere contattata solamente dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine e così i cittadini non posso accedere ad un simile servizio; 2. la polizia municipale è chiusa negli orari notturni; 3. le forze dell’ordine sono solitamente finalizzate alla repressione dei reati. Riteniamo inoltre le affermazioni rilasciate sul telerilevamento palesemente fuori luogo, in quanto tale sistema non funziona sempre come dimostrato dalle innumerevoli segnalazioni dei cittadini che non hanno trovato riscontro certo. Tutto ciò premesso si invita il Gruppo consiliare del Pd San Miniato ad una maggiore attenzione ed un maggiore studio di certe tematiche prima di prendere decisioni pubbliche. Infine polemicamente ma senza offesa si ricorda che forse sarebbe più opportuno stare dalla parte dei cittadini invece che stare davanti alle aziende per “sensibilizzarle” con il piattino in mano”.

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