Referendum costituzionale, scontro fra Giglioli e fronte del No

Si prepara la battaglia sul Referendum, e nel comprensorio tira aria di schermaglie. Questo è almeno quello che si legge nella risposta al vetriolo che il Comitato del No di Fucecchio ha inviato a mezzo stampa al segretario del Partito Democratico di San Miniato Simone Giglioli.

Al centro della lite che, c’è da scommettersi, è solo l’assaggio di quello che ci attende nei prossimi due mesi, prima del 4 dicembre fissato per il voto, vi è una battuta scritta dal segretario democratico sanminiatese sul suo profilo, a margine dell’incontro organizzato alla Sala del Bastione a San Miniato proprio sulla dibattuta riforma costituzionale. “Di tutte le teorie bislacche a sostegno del No al referendum, ce n’è una da segnalare. La Riforma è scritta sotto dettatura della lettera di JP Morgan, contraria alle Costituzione europee antifasciste e anticapitaliste” ha scritto Giglioli. “Ho sentito anche questo ieri sera…La lettera della JP Morgan diventerà una di quelle cose mitiche e leggendarie tipo le scie chimiche, il protocollo dei savi di Sion e altre amenità…viviamo in questi tempi, sic…”. Parole irrisorie che non sono affatto piaciute ai fucecchiesi.

“Simone Giglioli ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un commento irrisorio nei confronti del segretario Anpi di Fucecchio, intervenuto in un dibattito tra le ragioni del SÌ e quelle del NO (incontro al Bastione di San Miniato del 27 c.m.). La risposta di Giglioli è inaccettabile” scrive Fabrizia Bertelli, del comitato per il NO – “Perché offensiva, perché non scende nel merito della questione (l’ingerenza della finanza internazionale nella politica dei Paesi europei, con particolare riferimento alle pressioni della banca d’affari JP Morgan), perché tenta solo di ridicolizzare chi mette in guardia verso questo reale pericolo. Ma non basta. Giglioli, evidentemente poco abituato al confronto, non ha permesso al Presidente Anpi di replicare, negandogli persino l’accesso alla sua pagina. Cercare di delegittimare l’avversario politico, facendo ricorso non a concrete argomentazioni, ma a toni irrispettosi e sfottenti, è una triste pratica, che abbiamo ben conosciuto nel periodo berlusconiano e che il Pd sembra aver fatto sua. Infine: Giglioli non crede che esista il documento nel quale la banca JP Morgan chiede che siano cambiate le Costituzioni europee, considerate socialmente troppo avanzate. Bene. Siamo in grado di farglielo leggere quando vuole, ma a quel punto ci aspettiamo anche delle scuse”.

Il riferimento è ad un documento reso noto nel maggio del 2013 (in inglese, qui) redatto, appunto, dalla nota società finanziaria newyorkese J.P.Morgan, una delle istituzioni economiche più importanti su scala globale, dove analizzando la situazione economica europea in vista di un suo rilancio, ed in particolare il sud del continente, si criticava l’impronta di alcune delle carte costituzionali sorte nei paesi dell’Unione alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un auspicio a riforme strutturali per aiutare le economie oggetto dello studio ed i loro stati, retti da costituzioni a più riprese definite “inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea” in quanto, su influsso delle idee socialiste maggioritarie all’epoca, prevedevano parlamenti forti a scapito dei governi generando, ad opinione degli analisti, situazioni sfavorevoli per investimenti e imprese.

 

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