Roffia, Ferraro: ‘Basta sprechi, Comune chieda un canone alle società sportive’

“Uno spreco”. Così Roberto Ferraro, segretario provinciale del movimento Idea, definisce la lunga vicenda della palazzina di Roffia, terminata pochi giorni fa con la demolizione della struttura. Uno spreco che Ferraro chiede di fermare una volta per tutte, a cominciare proprio dai soldi che verranno ancora investiti per ricostruire a quota di sicurezza i rimessaggi per le imbarcazioni. Un’operazione che verrà eseguita alla fine dell’estate, con la rimanenza di un finanziamento del Coni, ma che secondo Ferraro dovrebbe prevedere un canone di utilizzo per le società sportive che le utilizzeranno, al pari di quanto avviene per lo Chalet.

“L’ultimo atto della mitica palazzina degli sport d’acqua di Roffia è andato in scena. Il Comune ha demolito la moderna palazzina a due piani dotata di tutti i confort ultimata 20 anni, costata un miliardo di lire e mai utilizzata. Lo spreco di denaro pubblico è servito. Poiché la demolizione è costata 40 mila euro, rimangono da impiegare 147 mila euro degli originali stanziamenti di venti anni fa. Il Comune ha fatto sapere che utilizzerà lo stanziamento residuo per spostare a quota di sicurezza le strutture per il ricovero delle imbarcazioni sportive al fine di mettere il materiale al riparo da eventuali inondazioni. Inondazioni da mettere in conto considerata la recente destinazione della cava a cassa di esondazione, cioè invaso da utilizzare nei casi di piena dell’Arno”.
Da qui l’interrogativo di Ferraro: “Poiché ad oggi la cosiddetta ‘cittadella dell’acqua’ – aggiunge – oltre al suddetto spreco è costata negli anni svariati milioni di euro alla comunità, gli ultimi dei quali – notizia recente – sono i due milioni pagati a titolo di risarcimento al proprietario della cava a seguito degli espropri bocciati dal Tribunale delle acque, i cittadini gradirebbero conoscere il canone annuale che verrà richiesto a coloro che utilizzeranno il bacino e le nuove strutture costruite con i rimanenti 147 mila euro, avendo ben presente che per impianti pubblici ben più modesti (vedasi lo Chalet) in passato fu richiesto dal Comune un canone di locazione annuale di oltre 20mila euro previa gara pubblica di assegnazione”.

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.