No al crocifisso in sala consiliare, la Lega Nord ribatte alla maggioranza

Niente crocifisso nella sala consiliare di Castelfranco. È il verdetto a maggioranza uscito dalla seduta di sabato (22 luglio), quando tra i punti all’ordine del giorno arrivava una mozione di Aurora Rossi che chiedeva appunto l’introduzione del crocifisso in sala del consiglio. La bocciatura scatena la replica della Lega Nord di Castelfranco, convinta che l’affissione del crocifisso sia da intendere come simbolo ed espressione dei valori e delle tradizioni della nostra cultura.

“Questo crocifisso non ha da entrare – ironizza la Lega di Castelfranco -. Potrebbe sembrare una battuta tratta dal film ‘L’esorcista’ e invece, purtroppo, è la sintesi dell’ennesimo laicissimo rifiuto dei consiglieri di maggioranza di far entrare nella sala consiliare quel simbolo che, per dirla con il Consiglio di Stato e con la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, esprime e richiama quei valori dei quali sono impregnate le nostre tradizioni, il nostro modo di vivere, la nostra cultura e che hanno trovato piena accoglienza tra i principi fondamentali della nostra Costituzione”.
Inconsistenti ed errate, secondo la Lega Nord, le motivazioni portate dal capogruppo di maggioranza Andrea Nelli per giustificare il voto contrario alla proposta di Rossi. “Per giustificare la bocciatura della mozione con la quale il consigliere di Forza Italia, Aurora Rossi, chiedeva la reintroduzione nell’aula consiliare del crocifisso in quanto simbolo di certi valori e non certo in quanto simbolo religioso, i consiglieri di maggioranza – dicono -, in evidente difficoltà a respingere una richiesta fondata su quanto affermato dalle suddette Corti, si sono sperticati nei modi più variegati per motivare la loro contrarietà all’ingresso in aula consiliare di quel simbolo che, a detta loro, dappertutto può stare meno che in quella stanza. Se con l’imbarazzo si possono giustificare certe esternazioni, ingiustificabili sono, invece, le considerazioni fatte dal capogruppo della maggioranza che, dopo un excursus storico venduto ai presenti come una lectio magistralis in storia (ma che in realtà ci è parso avere meno consistenza dell’indice di un bignami con errori di stampa), è arrivato addirittura ad affermare che le radici della nostra cultura sarebbero per gran parte anche islamiche e, pertanto, grande riconoscenza andrebbe tributata anche a quella cultura. Evidentemente si è dimenticato cosa hanno comportato le invasioni ottomane in Europa. Ricordiamo allora volentieri al giovane consigliere, che i pisani per ovvi motivi sono molto più affezionati al personaggio di Kinzica de Sismondi che alle formelle arabe incastonate nella facciata del Duomo di Pisa, che i numeri arabi di Fibonacci in realtà erano induisti e che è sempre meglio avere argomenti validi quando si ha la pretesa di contraddire le pronunce di un Consiglio di Stato o di una Corte Europea dei Diritti dell’uomo”.
“Ci uniamo, quindi – concludono gli esponenti leghisti – all’augurio fatto dal consigliere Aurora Rossi perché questo paese si liberi quanto prima di questi amministratori che, oltre a non essere capaci di ben amministrare, rinnegano pure i principi fondanti della nostra società e sanciti dalla nostra costituzione, perché impedendo al crocifisso di entrare in aula consiliare, è stato come affermare che nel luogo di massima espressione della democrazia questi valori non possono e non debbono trovare posto”.

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