Scuola, Guazzini: ‘Programmare interventi risparmiando territorio’

La scuola di Cigoli è il terzo edificio che insiste sul territorio comunale di San Miniato che in meno di un anno si trova ad affrontare situazioni difficili dal punto di vista della struttura: prima il liceo Marconi, trasferito in fretta e furia meno di un anno fa, poi una porzione del rivestimento esterno della facciata del l’istituto tecnico Cattaneo che crolla, ora la scuola di Cigoli che si trova a fare i conti con nuove crepe e la conseguente chiusura da parte del sindaco della scuola in via precauzionale per consentire un’indagine approfondita. C’è da precisare che le prime due scuole – l’istituto tecnico e il liceo – non sono sotto il controllo del comune, ma dal punto di vista strutturale l’ente competente è la provincia di Pisa. Detto questo, però, non viene meno il quadro di un’edilizia scolastica che almeno in questi tre casi presenta della criticità. Un problema che forse merita un inquadramento generale in termini politici, a prescindere da San Miniato e l’idea arriva proprio da Manola Guazzini che per anni ha seguito le vicende del patrimonio scolastico di San Miniato prima di dedicarsi ad altro e dopo essere stata anche assessore provinciale.

La situazione delle scuole e della opere pubbliche in generale per il territorio pisano e quindi anche per San Miniato sembra essere messa a dura prova da eventi straordinari e difficilmente prevedibili. Cosa si può fare per fronteggiarli e non farsi trovare impreparati? Ad esempio a Cigoli, i nuovi problemi della scuola sarebbero stati causati dalla forte siccità dell’estate, altro evento straordinario.
“Quando sono stata amministratore a San Miniato, ho cercato di superare l’idea che, sul fronte delle opere pubbliche, il comune dovesse continuare a procedere rispondendo di volta in volta alle singole emergenze, cercando di impostare una programmazione pluriennale delle opere pubbliche e degli interventi di manutenzione, metodo che mi sembra si sia accantonato. Qui mi pare invece che si sia ripreso a cercare di mettere le toppe, senza tra l’altro rispettare il principio, per altro scritto nel programma elettorale di questa maggioranza, del risparmio di territorio. La rete scolastica del comune di San Miniato richiederebbe una programmazione complessiva, che puntasse sul recupero e la piena messa in sicurezza del patrimonio esistente. E invece si chiude una scuola a Ponte a Elsa e se ne vuole fare una nuova, si vuole fare un Liceo nuovo e per altro non si riesce a individuarne con certezza la localizzazione, ma si spendono centinaia di migliaia di euro in progettazioni. E ora chissà cosa succederà della scuola di Cigoli. Tutto questo in una situazione che, rispetto anche a dieci anni fa, appare profondamente cambiata”.
In che senso?
“Prendiamo per buona la spiegazione data dal sindaco Gabbanini e tecnici, che ipotizza che la crepa sia la conseguenza degli effetti sul territorio di una situazione di siccità eccezionale. Ma le forti siccità, o le cosiddette ‘bombe d’acqua’, possono davvero essere considerate un’emergenza, o non dobbiamo cominciare a considerarle un elemento permanente del nostro paesaggio? Se è così, bisogna adeguare alla nuova realtà i regolamenti per la messa in sicurezza del territorio, la manutenzione del sistema idraulico e fognario, e rivedere le pratiche urbanistiche e edilizie nel senso di una scelta molto più rigorosa per il riuso degli edifici esistenti evitando nuovo consumo del territorio”.
Qual è la sua opinione sulla vicenda della scuola di Cigoli?
“Indubbiamente per le famiglie dei bambini che frequentavano la scuola di Cigoli si tratta di un disagio molto grave, che è scoppiato come un fulmine a ciel sereno a una settimana dall’apertura delle scuole. Anche ammesso, che a giugno fosse davvero tutto a posto e che l’8 settembre si sia constatata l’esistenza di una nuova crepa, che il sindaco ritiene si possa essere prodotta tra luglio e agosto a causa degli effetti della siccità, se a giugno si è ritenuto di dover fare un controllo vuol dire che la situazione era sotto osservazione, e allora perché non si è monitorata la struttura in modo più continuativo? E poi non c’è solo il disagio delle famiglie. Ci sono interrogativi piuttosto seri che riguardano sia l’intera rete delle strutture scolastiche del comune di San Miniato, sia la funzionalità didattica di quello che è stato finora il plesso di Cigoli. Siamo proprio sicuri che la scuola di San Miniato, dove verranno collocate le elementari che erano a Cigoli, sia tutta a posto? E come si intende assicurare, in una situazione in cui la scuola dell’infanzia sarà a Balconevisi e la scuola elementare a San Miniato, la continuità didattica tra i due cicli di istruzione, su cui il corpo docente dell’istituto comprensivo di Ponte a Egola aveva tanto lavorato?”
Al punto in cui stanno le cose pensa che si potrebbe fare qualcosa di diverso?
“Credo che se c’è una possibilità di garantire il trasferimento dell’intero plesso di Cigoli, scuola dell’infanzia e scuola primaria, in un’unica sede provvisoria, ad esempio a La Scala, è sicuramente quella la via che si deve percorrere. E mi pare che anche le richieste che insegnanti e genitori hanno rivolto al sindaco vadano in questa direzione”.
Lei è stata assessore ai lavori pubblici del comune di San Miniato dal giugno 2014 fino all’aprile del 2015 viste le valutazioni che fa pensa veramente che avrebbe gestito diversamente la situazione di Cigoli?
“Nell’anno e mezzo o poco più in cui ho fatto l’assessore ai Lavori pubblici seguendo gli indirizzi politici e amministrativi dati dal sindaco, due cose ho cercato di fare: la prima è stata di monitorare con una presenza continua e un rapporto costante con le frazioni e gli organi di decentramento, le situazioni critiche. Mi sento in coscienza di dire che l’utenza della scuola di Cigoli forse poteva essere avvisata prima e non a sette giorni dalla prima campanella”.

Gabriele Mori

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