L’ex assessore esce dal Pd ma “non mi ritirerò dall’impegno politico. Non entro in Articolo 1 Mdp”

Scrive ancora una volta al suo segretario Simone Giglioli. Che, ormai, è il suo ex segretario: Manola Guazzini esce dal Pd, non rinnoverà la tessera. Lo racconta in una lunga lettera che ripercorre la sua storia politica e di amministratore, la stessa lettera con la quale annuncia che, comunque, non entrerà in Mdp anche se non è certo sua intenzione smettere di fare politica. Ecco il testo integrale della lettera.

 

Caro Simone,

non riesco più a scommettere sul PD. Per questo ti comunico che non intendo rinnovare la tessera e che mi dimetto dall’Assemblea Comunale.

So bene che molti dei membri dell’Assemblea Comunale attribuiranno questa mia scelta al “rancore”, parola diventata buona per tutti gli usi e contro tutte le persone politicamente non allineate. Ma spero ci sarà almeno qualcuno che riconoscerà che, dopo la mia estromissione dalla giunta comunale nell’aprile 2016 io ho continuato, con lo stesso impegno di prima, a sollevare problemi, a fare proposte, a cercare di suscitare discussioni, sia su temi di politica nazionale che di politica locale, sia nelle sedi istituzionali del partito, sia, quando mi è sembrato che esse stessero diventando dei luoghi sempre più formali e sempre meno disponibili ad accogliere un confronto politico vero, intervenendo pubblicamente. Ho perfino dato fiducia con la mia firma alla tua prima candidatura alla segreteria dell’Unione Comunale ritenendo che, al di là delle posizioni politiche che ci dividono, tu potessi garantire un ruolo del partito come luogo di confronto aperto e come punto di elaborazione non appiattito sulla pura e semplice difesa delle scelte dell’Amministrazione Comunale. Ma, a bilancio, devo riconoscere che non lo hai voluto o non ci sei riuscito, e che il PD di San Miniato non può oggi più essere, per me, la mia casa.

Le motivazioni della mia scelta di lasciare il PD sono, certo, in primo luogo nazionali.

Non ho mai condiviso la linea e le scelte politiche della segreteria Renzi, e ancora di più ho sempre trovato e trovo inaccettabile il modello di partito che egli sta costruendo: un partito privo di una piattaforma programmatica e di regole di funzionamento condivise, tali da consentire una piena assunzione di responsabilità anche da parte di chi si trova in una posizione di minoranza, dove i momenti congressuali sono sostituiti da pure conte sui candidati alla segreteria, e dove, tra una conta e l’altra, ogni potere di scelta e di decisione politica è totalmente delegata al Segretario e a chi non è d’accordo viene lasciata solo la scelta tra adeguarsi e uscire. La conseguenza di questa politica è che a sinistra il PD ha fatto terra bruciata intorno a sé, mentre sembra che Berlusconi possa ancora avere, grazie alla collaborazione di Renzi e a una nuova legge elettorale che sembra tagliata apposta su di lui, una quarta resurrezione politica che tutti avrebbero ritenuto impossibile.

A livello locale, poi, c’è un totale appiattimento del partito sulle posizioni dei sindaci, dalle quali emergono orientamenti differenziati spesso derivanti da personali calcoli di potere, senza la minima traccia di un disegno generale. E intanto i cittadini stanno smarrendo del tutto la percezione di una diversità tra le amministrazioni di sinistra e le altre.

E purtroppo il rifiuto di un metodo di vera condivisione delle scelte investe in modo particolarmente evidente il Comune di San Miniato. Non c’è stata nessuna vera discussione politica sulle scelte di governo locale. Eppure ce ne sarebbe stato e ce ne sarebbe un bisogno enorme: il fatto che alcune scelte (emblematica quella del Liceo) siano state rovesciate, e che ciò nonostante non si sia al momento minimamente riusciti a dare una prospettiva di sicurezza per il futuro alla presenza nel territorio del nostro Comune di un polo di scuola media superiore del nostro Comprensorio, e anzi ci si trovi a revocare in fretta e furia una delibera di acquisto dell’area di Fontevivo assunta in somma urgenza, è la spia dell’incapacità, nonostante i toni roboanti di slogan come “San Miniato capitale”, di delineare un ruolo e una prospettiva per il nostro capoluogo. L’assenza di qualunque pianificazione, in materia che ne avrebbero un grande bisogno, come la messa in sicurezza delle scuole, conferma che, nonostante gli impegni preelettorali, non c’è stata nessuna discontinuità rispetto a un modo di procedere interamente fondato su “occasioni” e “emergenze”. E si potrebbe continuare elencando politiche urbanistiche quasi mai coerenti con l’idea che il territorio debba essere considerato come un bene raro e non inesauribile, che va valorizzato e preservato nei suoi valori per le generazioni future, o il fatto che sono rimaste lettera morta le proposte più innovative, come la valorizzazione dell’asse della Tosco-Romagnola, o come l’idea di incentivare l’utilizzazione di fondi sfitti per incentivare attività imprenditoriali giovanili, o come quella dell’albergo diffuso. Non è stata data alcuna spiegazione e non c’è stata alcuna discussione politica sui motivi per cui si è rovesciata quest’anno una politica di prudenza nell’assunzione dei mutui di cui in precedenza ci si era vantati. E, al di sopra di tutto, bisogna essere ciechi e sordi per non vedere e non sentire che la conclusione che la vicenda che ha avuto come protagonista l’assessore Bertini ha avuto in sede di Consiglio o le risposte che sono state date alle denunce della consigliera Cavallini non eliminano assolutamente ombre e situazioni di sfiducia. Credo che sia stata gravemente compromessa, nel senso comune della gente, l’idea che tra il governo locale del centrosinistra e quello della destra ci sia una differenza sul piano etico. E questo è un danno che non potrà essere recuperato se non in tempi lunghi.

Ebbene: di fronte a tutto questo, la mia lettera alla Conferenza Programmatica del partito in cui sollevavo l’esigenza di una discussione politica profonda prima di arrivare all’attivazione dei tavoli programmatici non è stata nemmeno letta. Si è preferito fare tutto alla chetichella e in sordina, in meno di quattr’ore nel corso di un sabato pomeriggio.

Nel salutare i compagni e le compagne con cui ho condiviso il mio percorso all’interno del PD voglio rassicurare tutti che non mi ritirerò dall’impegno e dalla battaglia politica e non guarderò indietro, alle fasi della mia storia di militante che ho vissuto nella sinistra radicale e che considero ormai superate. Non intendo neanche aderire ad Articolo 1 MDP: in quell’area militano compagni a cui mi sento molto legata, e sono certamente interessata al percorso di formazione di una forza unitaria di sinistra che sappia superare i limiti che hanno caratterizzato il socialismo europeo negli ultimi quarant’anni e lanciare la sfida del governo, ma credo che questo si potrà fare solo creando alleanze e schieramenti larghi.

Credo che oggi ovunque, in Italia e altrove, ci sia un profondo rimescolamento dei soggetti politici, e che nessuno sia in grado di prevedere quale sarà la chiave per dare vita a una politica progressista nuova e adeguata ai problemi del nostro tempo. Se ci saranno progetti politici che puntino a rilanciare politiche di governo progressiste nel Comune di San Miniato alternative ed in forte discontinuità con le esperienze degli ultimi anni, mi metterò a disposizione.

Cordiali saluti

Manola Guazzini

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