Fontanelli (LeU): “Sicurezza sul lavoro insieme a diritti e dignità” foto

Diritto alla salute, istruzione e sicurezza – sia sociale che sul posto di lavoro. Sono i temi principali tra quelli affrontati ieri sera 15 febbraio alla Casa culturale Arci di San Miniato Basso in un incontro elettorale organizzato da Liberi e Uguali e al quale hanno partecipato Paolo Fontanelli, candidato al Senato, Serena Cortecci, candidata alla Camera e il medico Paolo Malacarne, primario di anestesia dell’Aoup. Dal dibattito è emerso come, nel quadro attuale italiano, sia necessaria la costruzione di un ampio fronte di Sinistra, in Parlamento e nel Paese, che guidi il cambiamento e che sia pronto a governare.

“Le notizie di questi giorni consigliano una attenta riflessione – afferma Paolo Fontanelli, candidato al Senato per Liberi e Uguali -. Il primo episodio, verso cui proviamo un forte dolore insieme ad un senso di impotenza, è la tragica morte sul lavoro di Alessandro Colombini, saldatore, caduto da una impalcatura di 14 metri alla Seven Stars sul canale dei Navicelli. È l’ennesimo caso, mentre l’Italia colleziona il pessimo record delle morti sul lavoro: non è accettabile in un Paese civile. Di come sono andate le cose non sappiamo molto, tuttavia il timore che nelle misure di sicurezza qualcosa non fosse a posto c’è e chiede risposte chiare. Il tema della sicurezza sul lavoro cammina insieme a quello dei diritti e della dignità del lavoro. Quando questi si svalutano e si riducono, tutto diventa più difficile e anche la precarietà cronica e diffusa diventa una scelta per difendere la competitività delle imprese. Così non va. Bisogna restituire al lavoro tutto il suo valore, che è quello di garantire reddito e dignità alle persone”.
Sulla sicurezza “si strilla alla necessità di stabilire la legittima difesa con le armi – prosegue Fontanelli -, come fa Salvini, fino ad arrivare all’idea del farsi giustizia da soli, come ha fatto il fascioleghista Traini a Macerata. Una campagna all’insegna di un allarmismo bugiardo e ingannevole, che semina un veleno assai pericoloso e difficile da assorbire. In Italia la legittima difesa è già prevista dalle nostre leggi, come dimostra l’archiviazione decisa dalla magistratura pisana per Daniele Ferretti, il gioielliere che sparò, sotto la minaccia di una pistola, a un bandito nel suo negozio. Si difese e l’indagine ha chiarito la vicenda. Dire, come fa la Lega, che non basta, che tutti si devono armare e poter reagire senza scrupoli di sorta, significa proporre il far west. E una ulteriore riprova viene dalla Florida in queste ore. Da Parkland, considerata una delle più sicure città americane, dove la mania e la libertà al possesso e all’uso delle armi ha prodotto una nuova strage di ragazzi in una scuola. Quello che sotto i fumi della campagna elettorale propone Salvini all’Italia è un processo di degradazione morale e civile, destinato a rendere ancora più difficile e preoccupante la convivenza democratica del Paese. Bisogna respingerlo senza tentennamenti”.

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