Centrosinistra, il modello Toscana riparte da Castelfranco

“Mai come ora bisogna sedersi al tavolo con umiltà, con tutte quelle forze di centrosinistra che hanno un riferimento valoriale nella nostra area politica. Non si può andare avanti da soli, bisogna cominciare un percorso di riflessione prima e poi di dialogo con Leu, con i Socialisti, con i cattolici, con i laici, ma soprattutto con tutti quei cittadini che, pur non essendo tesserati dei partiti, si riconosco in questa area politica di centrosinistra”. Gabriele Toti forse è il sindaco del Comprensorio che prima di tutti ha metabolizzato la sconfitta del Pd e della forze di centrosinistra. A Castelfranco certo, come a Santa Croce, la sconfitta per il Pd c’è stata e in modo marcato.

Ora, come è normale, si comincia un percorso di analisi dei numeri e dei fattori che hanno portato alla sconfitta, come pronosticato da Osvaldo Ciaponi il giorno dopo lo scrutinio dicendo: “… E’ stato distrutto un partito e un’area politica – dice Ciaponi -. Questa situazione non è solo una questione di Pd ma di area politica…” (per leggere il resto clicca qui). Uno scenario complesso da analizzare, ma non per questo indecifrabile e Castelfranco di Sotto con le parole di Toti sembra prepararsi a diventare l’incubatore, nel Valdarno di un nuovo progetto politico in termini di coalizione di centrosinistra e forse non è un caso che proprio dal comune di Toti che ha sempre mantenuto buoni rapporti – ma mai troppo stretti – con il Pd renziano, anche quando questo avrebbe significato qualche vantaggio, possa ricominciare ad essere tracciata una nuova strada. Alle parole di Toti infatti fanno sponda anche quelle di Federico Grossi giovane, esponente di spicco del Pd castlefranchese ed ex segretario fino a pochi mesi fa che dice: “Per noi del centrosinistra credo sia necessaria una profonda analisi e riflessione così come ricostruire una connessione sentimentale con il nostro mondo di riferimento. Non sarà un percorso facile ma ce la metteremo tutta senza disperazione e sconforto. Credo – continua Grossi – che Pd e Leu, pur nella loro indipendenza, siano contenitori necessari ma non sufficienti e che i risultati di domenica ( 4 marzo ndr) ci impongano di andare oltre e di creare, fin da subito, uno spazio congiunto di ascolto e confronto, di discussione, inclusivo, largo e plurale a Castelfranco, capace di parlare a tutto il centrosinistra e la cui partecipazione non comporti necessariamente una adesione acritica all’operato dell’amministrazione comunale stessa”.
Una posizione di apertura e di dialogo che fino ad ora non si è vista dagli altri riferimenti del Pd nel resto del Comprensorio e che potrebbe rappresentare per Castelfranco l’occasione di diventare il luogo dove ridare vita ad un modello toscano di centrosinistra che negli anni del renzismo è stato mandato un po’ in soffitta, anche perché si pensava e oggettivamente forse era anche vero, non ce ne fosse più bisogno, visti i numeri dei Democratici. Un modello che qualcuno con un po’ di malizia forse pensando alla matrice lettiana di Toti, ancora prima che nasca ha già accostato all’Ulivo di prodiana memoria. A questi, Toti non perde tempo e dice: “Non so se sia giusto accostare questo percorso che vogliamo fare all’Ulivo, certamente posso dire che dell’Ulivo bisognerà recuperare quella cultura di area di centrosinistra, quegli elementi di valori comuni che accomunano un’intera area politica”. Una provocazione che il sindaco fa sua e se poi gli si chiede: E quindi bisogna portare il Pd fuori dall’isolamento in cui ha vissuto questa ultima fase della storia politica? Toti risponde: “Secondo me il Pd non ci sarebbe mai dovuto entrare in questa fase di isolamento”.
Insomma, un invito che ora bisognerà capire se le altre forze politiche a cui fanno riferimento Toti e Grossi nelle loro parole, a cominciare da Leu sono disposti ad accogliere. Dal coordinamento del Valdarno di Leu infatti non si sbilanciano, più che altro perché sono tutti in attesa di fare i propri passaggi interni che cominceranno la prossima settimana, anche se da alcuni esponenti trapela una posizione, se pur personale, ma di disponibilità ad incontrare Toti, Grossi e il resto del Pd castelfranchese. Non sarebbe probabilmente uguale la disponibilità istintiva se la richiesta fosse arrivata da altri circoli Pd del Valdarno come Santa Croce e San Miniato che per il momento non sembrano comunque interessati ad aprire il confronto.
Una situazione, quindi favorevole per provare a dare un nuovo corso alla politica del centrosinistra nel Valdarno dove Castelfranco ora potrebbe trovarsi a ricoprire un ruolo di leadership per la natura stessa già eterogenea della sua maggioranza comunale. Certo è che se c’è una possibilità di ripartire con una riflessione ampia e di area, cominciando dal cercare la risposta a cosa non ha funzionato domenica 4, il comune dove questo è possibile è Castelfranco anche forse per un atteggiamento da sempre più aperto dei vertici del Pd, rispetto ai comuni limitrofi. Una riflessione che territorialmente poi diventa necessità collettiva in vista della elezioni che si svolgeranno tra un anno, quando i sindaci – o i loro successori nel caso di San Miniato – adesso tutti del centrosinistra dovranno confrontarsi con un elettorato, che se pur alle politiche ha dato segni di insofferenza alle scelte intrapresa fino a qui dal Pd e dal centrosinistra in genere. Quanto in tutto questo abbia pesato la politica locale è difficile stabilirlo, ce lo dirà la storia. Intanto in questa prospettiva Grossi spiega: “Il nostro avversario principale sarà il centrodestra, non il M5S. Chi pensa che le elezioni comunali del prossimo anno siano ormai segnate dal voto politico di domenica scorsa, si sbaglia di grosso. Primo, perché la storia politica di questo comune ci insegna che anche nel 2009, in un momento a forte favore della destra dove alle europee il centrodestra si impose con più del 50%, nello stesso giorno nelle amministrative ci fu un completo ribaltamento dei pesi di forza a favore del centrosinistra al netto delle divisioni in ambo i campi. Secondo, perché elezioni politiche e amministrative sono due contesti diversi. Terzo perché metteremo tutta la nostra passione, forza e determinazione nel confermare una proposta politica progressista alla guida del nostro Comune”.

Gabriele Mori

 

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