Pd in cerca del candidato, Gabbanini assessore se sfuma l’ipotesi Bertini

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La fase preliminare alla campagna elettorale per il rinnovo del sindaco a San Miniato, alle elezioni di primavera 2019, rischia di trasformarsi in una lunga guerra di posizione e di allungare i tempi della politica. Se da un lato c’è l’eterogeneo movimento Cambiamenti, che pur non avendo ancora ufficialmente deciso il candidato lascia intendere che con ogni probabilità a correre per la poltrona di sindaco sarà Manola Guazzini, dall’altro c’è il Pd, dove al di là delle uscite estemporanee, la scelta del candidato non è ancora stata fatta.

Un attendismo, questo, che ora comincia a essere pericoloso secondo alcuni, memori della sconfitta di Pisa del 2018. Un immobilismo dettato da vari fattori: da un lato la mancanza di convergenza su un unico candidato delle varie anime del partito, dall’altra le questioni personali dei singoli. Se Gabbanini e il sistema di potere ormai in scadenza che trova la sua roccaforte a San Miniato basso vorrebbero candidare Gianluca Bertini, ci sono la resistenza di Bertini stesso, a quanto si dice nel partito dettate da questioni personali e lavorative, (il Cuoio in Diretta ha provato a contattarlo, ma senza successo). Indecisioni che vanno avanti da mesi e che hanno reso la figura dell’attuale assessore al bilancio sempre più amletica. Una figura, del resto, quella di Bertini più che rispettabile e candidabile nelle logiche di una certa parte del partito. Poi dall’altro c’è un pezzo della base del Pd che chiede un rinnovamento e un cambio di passo: dopo i dieci anni di giunta Gabbanini, una base che sembra ingrossarsi ogni giorno tanto da continuare a sperare in segreto in una riconciliazione all’ultimo minuto con Guazzini. Alla fine di tutto c’è il segretario del Pd, Simone Giglioli, che con la correttezza che ha mantenuto fino ad ora, dopo essersi messo a disposizione del partito per un’eventuale candidatura, sta cercando di giocare la partita nel ruolo dell’arbitro, essendo ancora prima che aspirante alla poltrona di sindaco, segretario comunale. Lui stesso, interrogato sulla questione del candidato, non si lascia andare e si limita a dire poche parole, spiegando: “La decisione sul candidato non è ancora stata presa, il percorso è avviato ed entro Natale vorrei decidere chi sarà a correre come candidato sindaco a primavera”.
Una questione non da poco, visto che il nome del candidato era atteso per ottobre, poi per novembre e ora per Natale, al termine di una serie di rinvii non certo dettati dalla segreteria del partito, ma semmai dal fatto che la parte di partito più vicina al sindaco uscente non voglia rassegnarsi al fatto che Bertini possa decidere di non candidarsi. Nei giorni del Tartufo infatti, con l’ennesima fuga in avanti, qualcuno ha provato a lanciare come fatta la candidatura di Bertini con il risultato che una parte del partito si è irrigidita, sostenendo che in realtà il percorso che deve portare alla scelta del candidato non è ancora concluso, ultimo effetto che hanno ottenuto i fautori di Bertini sindaco è stato quello di raffreddare e forse allungare il processo interno al partito, ripartendo da posizioni che sembravano ormai essere sfumate e rimettendo in pista vari personaggi come gli attuali assessori o almeno alcuni di essi.
La partita comunque è ancora aperta, tanto che l’attuale esecutivo avrebbe già pensato a un’eventuale strategia di fuga se proprio Bertini non riuscisse a candidarsi, ovvero riuscire a piazzare almeno uno o due assessori in posizioni chiave in un’eventuale giunta guidata da altri, che non abbiano aderenze dirette con l’area che fa riferimento al circolo di San Miniato Basso. Girano vari nomi in questo caso e quello più gettonato sarebbe Marzio Gabbanini, già pronto a prendere l’assessorato alla cultura in un’ipotetica nuova giunta Pd alla guida di San Miniato, insomma una sorta di do ut des con un eventuale candidato esterno a San Miniato Basso. Così il circolo garantirebbe di far arrivare i voti al candidato per poi potersi esprimere su uno o due assessori. Forte di un’esperienza nel settore culturale maturata in passato e poi in anni più recenti alla guida del Dramma Popolare, l’ex primario di urologia avrebbe tutti i numeri per ricoprire questo ruolo essendo ormai una sorta di autorità samminiatese nel settore, ipotesi che sarebbe maturata dopo che a Montopoli la possibilità di una candidatura a sindaco sembra essere sfumata. Un’architettura anche in questo caso per garantire una certa continuità con l’attuale amministrazione comunale, qualora il candidato dovesse arrivare da un’area del partito non allineata all’attuale maggioranza, certo rimarrà da vedere se ci sarà un candidato sindaco disposto ad accettare questo accordo.
Intanto comunque c’è anche una timida frangia che con un pizzico di realismo politico culla ancora il sogno di recuperare all’ultimo il rapporto con Manola Guazzini e provare a sfidare le forze di centrodestra in un contesto di coalizione di centrosinistra, in particolare la Lega. Un’ipotesi che se apparentemente fantasiosa, potrebbe trovare attuazione in un passaggio: le primarie di coalizione. Da un lato si ricondurrebbe il centrosinistra a una grande area, dall’altro si eviterebbe una guerra fratricida. Le difficoltà in un’operazione di questo genere però sono molte. Ci sono le ruggini personali tra Guazzini e alcuni esponenti dell’attuale Pd primo tra tutti il sindaco Vittorio Gabbanini e la stessa Guazzini, pur non essendo ancora il candidato, non sembra essere disposta a trattare con il Pd e appare più che mai convinta di fare la propria corsa da gregario o da leader con Cambiamenti. Guazzini infatti sarebbe su una posizione abbastanza rigida che suona un po’ come San Miniato o morte.

 

Gabriele Mori

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