La storia e il diritto: perché è inutile togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini, lo spiega Rusconi

La questione della revoca della cittadinanza onoraria di Santa Croce sull’Arno a Benito Mussolini, concessa dopo il 1928 da moltissime città italiane al dittatore, continua a tenere banco nel dibattito politico e dopo CasaPound, un altro intervento pesante e critico arriva dal consigliere comunale di opposizione Marco Rusconi. Ve lo riproponiamo fedelmente, così come Rusconi lo ha pronunciato in consiglio comunale la sera del 21 marzo.

Ma l’allocuzione, perché questo di Rusconi è più che un intervento da consiglio comunale e merita di essere presa in considerazione oltre i suoi contenuti di destra di sinistra, perché al di là delle ideologie di ispirazione hegheliana, riporta nel dibattito politico due categorie che dovrebbero essere identitarie per tutti i cittadini: quella della storia e quella del diritto. Categorie che sono sempre più latitanti nella politica dei nostri consigli comunali forse per scarsa conoscenza o per fretta di amministratori e consiglieri tutti. Diritto e storia però sono i due fondamenti, i due poli magnetici che governano la bussola di chi fa politica seriamente per muoversi anche nel dibattito contemporaneo. Da un lato la storia, quella sia pure del manuale delle superiori, ma oggi a volersi documentare basta seguire Rai Storia, che dà un senso, un’identità e una consequenzialità all’azione politica che sia essa nelle aule di un parlamento o di un consiglio comunale e magari potrebbe mettere al riparo anche da facili e forse inutili autoritarismi che siano essi propri di politici di centrodestra o di centrosinistra. E il diritto fondamento degli ordinamenti è quell’insieme di norme che discendono dalla carta costituzionale, nata proprio in reazione al fascismo, dove fu creato con bilance di precisione quel garantismo tutto italiano, voluto dai costituenti, che prevede anche il diritto alla difesa sia anche nella memoria storia e tanto vituperato negli ultimi venti anni dal centrodestra e dal centrosinistra. Non più di un anno e mezzo fa, Renzi propose di spazzare via parte della Costituzione con un progetto risultato agli occhi della maggioranza degli elettori italiani, farraginoso e pericoloso tanto da mandarlo in cantina con un secco no referendario.
Il discorso di Rusconi non ha valore per i suoi contenuti ideologici, ciascuno lo leggerà come crede e come si confà alle singole legittime convinzioni politiche, ma ha un valore metodologico, quello di riportare il dibattito politico nel solco del diritto e della storia, sia essa letta nell’ottica della tradizione storicistica liberista o con la metodologia marxista.
Ecco l’intervento

 

“In merito all’ordine del giorno presentato oggi – ieri 21 marzo, ndr – ci tengo a esprimere una posizione mia, del tutto personale. Questo ordine del giorno è decisamente strumentale, presentato a 2 mesi dal voto, ha come unico scopo quello di spostare il dibattito politico e la campagna elettorale ormai nel vivo, su tematiche distanti da quelle che sono le priorità delle persone. Ne è prova di ciò, il fatto che questa mozione è stata presentata dall’Anpi in tutti i comuni d’Italia, oltre un anno fa, ma voi l’avete tenuta nel cassetto per presentarla in piena campagna elettorale, cercando di copiare la mossa di Filippeschi a Pisa, che tanto fortuna evidentemente non ha portato. Diciamocela tutta, ci volete raccontare che vi accorgete ora, dopo 95 anni, e casualmente a 2 mesi dal voto, che Benito Mussolini fu nominato cittadino onorario di Santa Croce? Vi accorgete ora di questo ordine del giorno dell’Anpi quando nella gran parte dei comuni questa discussione è stata fatta l’anno scorso? Evidentemente c’era la volontà, premeditata, di utilizzare questa discussione come proiettile da aggiungere, in campagna elettorale, ad una cartucciera ormai vuota.
Ma la domanda che tutti ci poniamo è la seguente, cosa stiamo votando? Questo provvedimento che valore ha? Ha senso rimuovere un’onorificenza post-mortem? Ci sono stati precedenti tentativi di rimozione post-mortem di un’onorificenza, che diano un senso a questa discussione? Ebbene sì, ci sono precedenti, ve ne illustro uno per far capire a voi ma soprattutto a chi paga il nostro gettone di presenza, di cosa stiamo parlando e cosa stiamo votando.
Bene. Il precedente è altisonante: dovete sapere che la Repubblica italiana non è stata -nel 2013- in grado di revocare l’onorificenza di Cavaliere di gran Croce Ordine al merito della Repubblica italiana a quel ‘boia’ che è stato il maresciallo Tito, nonostante la conclamata volontà politica in relazione alla terribile vicenda delle foibe, vicenda che mi auguro un giorno venga da tutta la sinistra italiana pienamente condannata senza continuare ad appellarsi ad alcuna inaccettabile tesi giustificazionista. Alla richiesta del sindaco di Calalzo e degli esuli dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia di cancellare tale onorificenza perché ritenuto “indegno”, il prefetto di Belluno ha risposto, con lettera ufficiale del 16 aprile 2013, che: “Non è ipotizzabile alcun provvedimento di revoca essendo il medesimo deceduto. Questo, perché, essendo deceduta la persona oggetto del conferimento, “non è stato possibile instaurare un contraddittorio. La norma prevede – prosegue il Prefetto a nome del governo- che la persona oggetto dell’eventuale revoca debba essere preventivamente informata, onde poter presentare una memoria scritta a propria difesa”. E poi aggiunge: “La possibilità di poter revocare l’onorificenza pertanto presuppone l’esistenza in vita dell’insignito“.

Per questi motivi, non solo il boia comunista Tito, ma anche i suoi omologhi rumeni, i coniugi Ceausescu, e il satrapo africano Mobutu si sono portati la stessa onorificenza nella tomba…
Questo per farvi capire di cosa stiamo parlando. Qualcuno infatti dovrà anche spiegarci, come farà il messo comunale, a notificare all’interessato la delibera che lo riguarda, essendo il medesimo deceduto nel ’45. Una cittadinanza onoraria ha valore finché non viene tolta al beneficiario mentre questi è ancora in vita. Toglierla ad un morto è semplicemente ridicolo, con tutto il rispetto per i proponenti che, evidentemente, stanno esaurendo il loro ciclo politico vitale e le loro idee”.
Poi Rusconi aggiunge: “Abbiamo una viabilità urbana imbarazzante che ha trasformato in un incubo le ore di punta, non abbiamo un parco pubblico tenuto come si deve, se non sotto il periodo elettorale, il valore delle case, soprattutto nel centro storico è arrivato a cifre prossime allo zero,
un senso di insicurezza crescente nei cittadini, con scippi in pieno giorno e risse degne di un film di Bud Spencer, un sistema di raccolta differenziata che ci costa 2 milioni l’anno ma i cui risultati calano di anno in anno, in compenso aumentano gli oneri a carico dei cittadini e la sporcizia per la strada, una situazione del commercio locale mai così depressa, sono più le saracinesche chiuse di quelle aperte.
Questi sono i temi, le sfide che deve affrontare un’amministrazione comunale, i cittadini vogliono risposte su queste tematiche, quando ne avrete data almeno una potrete anche ammorbarci con i vostri incubi anacronistici”.

Concludendo, la proposta di deliberazione presentata stasera è l’ennesima arma di distrazione di massa utilizzata per fini puramente elettorali da questa amministrazione, incapaci di dare risposte concrete ai cittadini in merito alle problematiche che riguardano la collettività, cercate per l’ennesima volta di spostare il dibattito politico parlando di temi ed accadimenti vecchi di quasi 100 anni. Vi rinnovo l’invito della volta scorsa, venite con noi nel terzo millennio…
Dopo la battaglia sul patentino antifascista, dopo la battaglia sui gadget fascisti, dopo la battaglia per l’abbattimento del monumento a Rodolfo Graziani, presentate questo ennesimo ordine del giorno anacronistico utile solo a creare, in vista delle imminenti elezioni amministrative, un clima di tensione al quale, in tutta sincerità non intendo partecipare, vi lascio quindi a discutere del niente in quest’aula, divertitevi, io non ho intenzione di prendere parte né a questa discussione né tantomeno a questa votazione. Sia chiaro che quelli appena esposti, sono i motivi per cui lascio l’aula e non partecipo a questa carnevalata fuori stagione: però sappiate che il mio voto non potrebbe che essere contrario. Siete fuori dal mondo, fuori dalla storia e dalla realtà, non vi rimane altro che occuparvi dei morti. Si vede che le batoste elettorali che avete preso non vi sono ancora bastate. Sarò felice di rientrare quando torneremo a parlare dei problemi reali di Santa Croce”.

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