Giglioli a La Ruga: “In continuità, verso San Miniato 2030”

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“Quando tante persone mi hanno chiesto di fare il sindaco, ho sentito in me un moto di responsabilità: avere l’opportunità di servire la comunità dove ho i miei affetti e le mie radici”. Così Simone Giglioli spiega la sua candidatura durante il secondo incontro a La Ruga con i candidati a sindaco di San Miniato. Dopo Manola Guazzini di CambiaMenti, Gabriele Mori, caporedattore de il Cuoio in Diretta.it ha intervistato il candidato espressione del centrosinistra. Giovedì 11 aprile sarà il turno del candidato del centrodestra, ufficializzato oggi 5 aprile nella persona di Michele Altini.

Giglioli svela subito che qualcosa si sta muovendo fra i candidati sindaci del centrosinistra nel comprensorio del Cuoio. In molti avevano espresso la necessità di una visione comprensoriale, però, senza mai entrare nel dettaglio e senza spiegare cosa intendessero fare. Giglioli dà un primo indizio per quel che riguarda le candidature: “Tutti i programmi dei quattro candidati del centrosinistra – Giulia Deidda di Santa Croce sull’Arno, Gabriele Toti di Castelfranco di Sotto, Giovanni Capecchi per Montopoli in Valdarno e Simone Giglioli per San Miniato – porteranno un cappello comprensoriale. Uno dei temi che svilupperemo sarà un piano strutturale di area per ripensare i nostri comuni come un’unica grande zona. Sono territori interconnessi e per far pesare questo territorio in termini politici, di Pil, di export è una via necessaria”.
Nel programma di Simone Giglioli, nato dal confronto con i cittadini e dalla sua campagna di ascolto #dilloalGiglioli sono emersi punti come la sicurezza stradale, la tutela dell’ambiente e del patrimonio paesaggistico, il sostegno al turismo e uno sviluppo dell’urbanistica. “Un master plan sulla sicurezza stradale partecipato con i cittadini e con la polizia municipale che preveda la messa in sicurezza di tutte le nostre arterie”. I tratti più critici sono le zone urbanizzate lungo la Toscoromagnola e l’area de La Serra e della Val d’Egola dove si registra un importante flusso di tir pesante. Poi Giglioli continua: “Serve un piano integrato di piste ciclabili per il collegamento fra le frazioni di San Miniato, in modo da avere una mobilità alternativa a quella delle auto”.  “La tutela ambientale di San Miniato – ha detto Giglioli – è da rivendicare con orgoglio. Se non ci fossimo posti il problema della tematica ambientale tutta l’attività produttiva avrebbe già chiuso. Se riusciamo a rendere all’avanguardia la depurazione dei fanghi conciari, possiamo farlo con qualsiasi altro settore”. Poi il candidato sindaco tocca la questione della M3 di Ponte a Egola, ditta che è stata coinvolta in una controversia giuridica con l’amministrazione riguardo alla sua delocalizzazione e per cui l’amministrazione è stata costretta a risarcire le spese legali. “Quell’azienda – ha detto Giglioli – pensiamo che non debba stare nel centro di un paese. Perché non solo è sottoposta a legge Seveso, ma perché da decenni è iniziato un processo di delocalizzazione e spostamento delle concerie e non vediamo perché anche l’M3 non dovrebbe farlo. Comunque, il Tar gli ha dato ragione. Adesso occorre fare un percorso con l’azienda”. Appare evidente che la candidatura di Giglioli non è una candidatura che fa leva sul malcontento della gente, ma piuttosto parte da una presa di coscienza di quanto è stato fatto finora e si colloca in un’ottica di continuità e di ammodernamento. Giglioli ha rivendicato a più riprese le scelte degli anni passati. “Io rivendico non solo gli ultimi dieci anni ma gli ultimi 74. La mia è una candidatura in continuità che parte dalle cose fatte e punta verso la San Miniato 2030. Sviluppo zero o decrescita felice non esistono – ha affermato in merito al comparto produttivo – io conosco solo la decrescita infelice. Occorre una semplificazione della burocrazia e dobbiamo migliorarci nel saper intercettare i bandi europei”. Poi Giglioli ha spiegato la sua ricetta per alcune questioni spinose di San Miniato: il liceo Marconi e il bacino di Roffia. “A San Miniato centro storico il liceo non ci entra. Le due zone per il liceo potrebbero essere o dove è ora a La Scala e quindi ci sarebbe bisogno di un allungamento di via Capitini su via Trenta, oppure a Ponte a Egola, che avrebbe il pregio di essere una zona baricentrica rispetto al bacino di utenza del liceo. Ovviamente, va studiata una viabilità a supporto”. “Sul bacino di Roffia – continua Giglioli – serve completare la messa a regime del bacino remiero e poi installare un parco urbano con servizi a supporto. Da li passerà anche la ciclopista dell’Arno”. Sul turismo il candidato ha ribadito quanto aveva già espresso giorni fa: sfruttare meglio l’auditorium in piazza Bonaparte per un turismo congressuale, tramite l’individuazione di un parcheggio adeguato, e destagionalizzare il tartufo per renderlo un prodotto di attrazione tutto l’anno. Poi, l’analisi politica: “Io sono stato tra i fondatori del Partito democratico nel mio paese, ho creduto e credo ancora nell’esperienza di Renzi, ma io sono soprattutto un riformista e lo sono da prima di Renzi. Dopo un anno di governo giallo verde la sfida è tornata ad essere quella tra centrodestra e centrosinistra e anche la nostra competizione a questo punto è con la destra”.

Giuseppe Zagaria

 

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