Gonfalone del Comune al Toscana Pride, Centrodestra: “La lotta per i diritti non si fa con le piume”

“Lo stesso sindaco che nel primo consiglio comunale dichiarò solennemente di voler essere il sindaco di tutti i castelfranchesi, si è immediamente smentito visto che, con il benestare della sua giunta rossa, ha deciso di lasciare che il 6 luglio il gonfalone del Comune, simbolo di tutti i castelfranchesi (quindi anche di chi non l’ha votato e di quel mondo cattolico nel quale non ha disdegnato di attingere voti) faccia bella mostra di sé al Toscana Pride, in mezzo a cartelloni e striscioni volgari e blasfemi e a cori dove ogni tipo di oscenità verrà gridata a gran voce”. Per questo, secondo i consiglieri comunali del gruppo Centrodestra per Castelfranco Monica Ghiribelli, Alba Colombini e Nicola Sgueo pensano che “Le bugie hanno le gambe corte. Anzi, cortissime”.

Per i consiglieri comunali il Pride è “una carnevalata intrisa di volgarità che niente ha a che fare con la lotta per i diritti e la libertà. Queste manifestazioni, ormai, sono ridotte ad essere meri strumenti di una propaganda politica blasfema e volgare: ve lo ricordate il cartellone ‘Dio patria e famiglia. Che vita di m…’ o quello con lo slogan ‘Gesù ha due papà?’. Con quale coerenza queste persone che dicono di scendere in piazza contro la discriminazione, in favore della tolleranza e dell’amore, si lasciano poi andare a tali manifestazioni di odio? E se a chiedere il patrocinio del comune fossero stati gli organizzatori di una manifestazione pro vita, il gonfalone sarebbe uscito ugualmente dal palazzo comunale? Lo sanno, poi, i nostri amministratori che questo tipo di manifestazione è voluta e condivisa solo da una minoranza di coloro in favore dei quali pensano di far scendere in piazza il nostro gonfalone? Come farà il nostro Sindaco a giustificare di fronte al mondo cattolico l’adesione al manifesto del Toscana Pride (che invitiamo i castelfranchesi a leggere)? Sarebbe bene che questi giovani amministratori si facessero spiegare dai loro padri e dai loro nonni come si lottava all’epoca per l’affermazione dei diritti fondamentali, compresi i diritti dei lavoratori e i diritti sociali che oggi sono stati dimenticati proprio dalla sinistra che, in passato, di quei diritti aveva fatto la propria bandiera. Non stupiamoci più di tanto se questa nuova generazione, che ha mollato la bandiera rossa per sventolare quella arcobaleno, pensa che per affermare i diritti che ritiene essere stati negati a qualcuno, basta cingere il collo con un boa di piume, gridando offese e oscenità contro chi la pensa in maniera diversa e innalzare cartelloni con immagini blasfeme. Per questi giovani di ‘sinistra’ la piazza e la lotta sono una roba troppo seria”.

 

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