Multicons, Capecchi: “Nessun caso politico”. Lega: “Poteva essere emergenza”

“Capecchi non ha ritenuto in quella sede necessario parlarne, nonostante la questione fosse venuta fuori. Così, però, passa il messaggio che ‘ce li dobbiamo tenere’ quando in realtà sapeva già che sarebbero andati via”. Lo dice la consigliere comunale di Montopoli Valdarno Silvia Squarcini commentando la discussione in consiglio di una interrogazione presentata da lei e dagli altri consiglieri della Lega Lara Reali e Cristiano Bertagni rispetto alla questione Multicons a San Romano. Il sindaco Giovanni Capecchi difende il suo operato, in quanto la situazione al momento del dibattito era già avviata verso una soluzione. “Io avevo già fatto comunicazione alla prefettura – spiega il sindaco – e mi avevano già assicurato che se ne sarebbero fatti carico, come di fatti è stato. Agli atti troveranno anche la mia comunicazione scritta inoltrata alla prefettura”.

Con l’interrogazione presentata in consiglio comunale, “Si chiede chiara ed esauriente risposta sui motivi per cui, pur essendo lei già informato dal giorno 13 maggio della situazione, la sera del dibattito non ha comunicato ai presenti lo stato della vicenda, limitandosi solo a comunicare che era stato fatto ricorso al Tar e che l’esito era stato negativo, trattandosi di una situazione di emergenza urgenza”.
Con la campagna elettorale agli sgoccioli infatti, gli ospiti della struttura di San Romano se ne erano andati in fretta (San Romano, il centro d’accoglienza se ne va). Qualche giorno prima, quello dell’accoglienza era stato uno degli argomenti trattati in un confronto pubblico a Torre Giulia. In quel dibattito, per i tre consiglieri, il sindaco Capecchi “non ha comunicato che aveva ricevuto una lettera in data 13 maggio dal presidente Stefano Mugnaini che preannunciava la conclusione di ogni rapporto. Tramite l’accesso agli atti si è potuto accertare il contenuto della lettera”. Che, in sintesi, secondo i consiglieri comunali, informava il sindaco “che dal 16 maggio la Multicons avrebbe provveduto al totale sgombero del Cas con il distacco delle utenze stante il mancato rinnovo della convenzione in scadenza con la prefettura di Pisa. La missiva proseguiva avvisando che gli ospiti sarebbero stati lasciati sul territorio comunale senza alloggio e senza nessuna assistenza da parte di Multicons”. In occasione del dibattito, quindi, proseguono, il sindaco già sapeva che quello sarebbe stato l’ultimo giorno di permanenza. E che gli ospiti “già dal giorno seguente potevano trovarsi ‘in strada’ sul territorio comunale senza nessuna assistenza”.
Chiara la risposta di Capecchi: “Non possono venire a sindacare su cosa devo o non devo dire in campagna elettorale. In qualità di candidato sindaco io dico quello che voglio. Poi – continua – se speravano di creare un caso politico sull’immigrazione con la propaganda, mi dispiace, ma non ci sono riusciti. Durante l’anno ci sono anche molti altri sfratti di persone che non riescono a sostenere le spese e in questi casi è sempre il Comune che se ne occupa, ma non ho mai ritenuto di dover comunicare niente a nessuno”. A sostegno della sua tesi, Giovanni Capecchi, ha ripercorso la modalità di assegnazione della struttura alla cooperativa Multicons, in cui mai né il comune, né gli altri enti locali sono stati coinvolti. Il sindaco tiene a precisare che la sua ordinanza, a cui ha fatto seguito il ricorso al Tar della cooperativa, non voleva danneggiare i migranti, ma era orientata alla legalità: “Ho emesso un’ordinanza come avrei fatto nei confronti di qualsiasi altro cittadino, ritenendo non idonee le condizioni della struttura ospitante” ha detto. Poi spiega perché il dislocamento delle 22 persone non era di competenza del comune, così come non è stato il loro ingresso: “Le persone sono arrivate in virtù di un bando del ministero dell’Interno vinto dalla Multicons – spiega Capecchi -. Quando la cooperativa è arrivata il comune non è stato minimamente interpellato e, allo stesso modo, l’avviso dello sgombero è arrivato dall’esterno e non dalla prefettura. Quindi come non era di nostra competenza quando sono arrivati, non lo era nemmeno gestire lo sgombero”. Non è chiaro dove e come siano ospitate le 22 persone, ma dice il sindaco, “di queste, nessuna è rimasta nel comune di Montopoli”.

 

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