Bimbi picchiati per insegnare il Corano, centrodestra in Consiglio: “Impedire proselitismo”

Bastonate e schiaffi per insegnare il Corano all’associazione culturale islamica. La questione dell’indagine che ha riguardato il centro di Santa Croce sull’Arno è approdata in consiglio comunale a seguito di una interrogazione del gruppo consiliare di opposizione Per un’altra Santa Croce.

“Sono passati oltre 40 giorni dai fatti del 14 giugno scorso, fatti di cronaca ampiamente descritti e documentati in maniera dettagliata dalle principali testate, con una sedicente associazione culturale operante sul nostro territorio che ha contribuito ad infangare in modo increscioso l’immagine del nostro
paese. A seguito di queste vicende, come consiglieri comunali, ci siamo sentiti in dovere di dare una voce ai tanti cittadini che si sono postii diverse domande su ciè che è accaduto. Per questa ragione durante il consiglio del 24 luglio abbiamo deciso di ritornare sull’argomento chiedendo al sindaco se questa associazione era conosciuta dall’amministrazione, se disponeva di permessi o autorizzazioni di qualsiasi genere, se vi erano state segnalazioni di altri cittadini prima di questa vicenda, se il contratto di affito era regolare, se, vista l’attività svolta, il locale in questone aveva idonea destnazione d’uso e se l’associazione in questione abbia mai usufruito di contributi o agevolazioni di varia natura”.
“Il sindaco, in sintesi – dice il gruppo di opposizione – ci ha risposto che l’associazione in oggetto era del tuto sconosciuta all’amministrazione, che
ca appreso della sua esistenza e della sua attività da giornali e televisioni, che per motivi di privacy ad altre domande non poteva rispondere in sede di consiglio comunale in quanto informazioni non divulgabili in  pubblico e cje l’associazione culturale islamica non ja mai usufruito di nessuna agevolazione”.
“La risposta che ci èi stata data, o meglio la non risposta – commenta l’opposizione – ci lascia con più domande che risposte. Sicuramente abbiamo capito che, nel nostro comune, chiunque può venire, mettere su un’associazione di qualsiasi tipo, svolgere liberamente ogni attività senza che nessuno dentro il palazzo dei mattoni sappia niente, sintomo di un’assenza totale di controlli sul territorio e di presenza di zone d’ombra diffuse.  Una società variegata come la nostra ha bisogno non solo di controlli ma anche di regole e di principi morali validi per tutti e condivisi da tutti e considerato che la moderna civilto occidentale, basata su scienza, laicità, democrazia, dignità, uguaglianza, pluralismo e libertà, valori e conquiste frutto di secoli di battaglie sociali, ha il diritto e il dovere di difendersi da forze che rappresentano l’opposto, abbiamo ripresentato un ordine del giorno (sulla falsa riga di un odg presentato la scorsa legislatura dopo i fatti di Parigi e all’epoca bocciato) chiedendo che tutti, compresi anche i rappresentanti di associazioni religiose, al momento della richiesta di spazi pubblici, sotoscrivano un documento dove si afferma che ci si riconosce nei valori della dichiarazione universale dei diritti umani (adotata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, partcolare questo non secondario), della convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (ratifcata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge 176) e della Costituzione Italiana, con particolare riferimento agli artcoli 2 e 3. La mozione, accettata dopo un loro emendamento ampiamente atteso e prevedibile, aveva come obiettivo quello chiedere all’amministrazione comunale di prendere le distanze da quelle associazioni, enti o singoli individui che non riconoscono pari dignità sociale a tutti i cittadini, facendo distnzioni di sesso, di razze, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali impedendo loro, con ogni mezzo lecito a propria disposizione, di avere agibilità politica e culturale sul nostro territorio e di fare opera di proselitsmo improntata sui disvalori sopra enunciati”.

 

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