Posta in ritardo di mesi, la denuncia di un’associazione

“Mi è arrivata una ‘paccata’ di lettere vecchie. Le avevano consegnate all’ufficio tutte insieme, chissà da quanto erano lì”. Singolare disagio quello capitato in questi giorni all’Arci Zona Cuoio, impersonata in questo frangente dal suo presidente Sergio Coppola. Parliamo di corrispondenza e di lettere, e nello specifico di quella che arriva, o dovrebbe arrivare, sulla casella postale che l’associazione ha da sempre all’ufficio di Ponte a Egola, a San Miniato.

Il condizionale è d’obbligo perché in questo caso le lettere sono arrivate, ma tutte insieme e tardi. “Mi hanno avvisato che era arrivata una busta piena di vecchie lettere, fortunatamente tutte riportanti estratti conti della banca” racconta Coppola. “Abbiamo la casella postale da molto tempo e proprio in questi giorni avevo rinnovato il contratto: 150 euro. Siamo quindi andati subito a parlare con l’ufficio per capire cosa fosse successo. A noi è andata bene, non c’era in posta niente che scadesse sul fronte di pagamenti o more. All’ufficio ci hanno detto però il problema derivava dal centro di smistamento”. La selezione e l’indirizzamento delle lettere divise per i vari comuni del comprensorio si fa a Santa Croce, presso l’ufficio in via Copernico. “Interpellati a Santa Croce ci hanno detto che avevamo sbagliato a non indicare a coloro che ci inviano le lettere il numero della nostra casella. Una vera novità per noi, che da anni riceviamo la posta nella casella e a tutti abbiamo sempre comunicato l’indirizzo dell’ufficio. Peraltro molta della corrispondenza la cui consegna si era interrotta era appunto della nostra banca, che da anni ci invia sempre allo stesso indirizzo le lettere con l’estratto conto. Da Ponte a Egola, intanto, ci dicono che di questa direttiva non ne sanno niente”. “Viene il dubbio che non sia passata alcuna circolare nemmeno fra gli uffici – continua il presidente di Arci – di sicuro a noi casellisti non è stato detto nulla. Chiunque da ogni parte d’Italia ci voglia cercare, anche andando su interne, è in grado di reperire il nostro indirizzo, certo non il numero della casella, che fino ad ora non ci risulta essere obbligatorio”. Una situazione che, pare, abbia riguardato recentemente alcune aziende. Cosa certo non da poco in una zona come la nostra. “Noi siamo un’associazione, posso però immaginare cosa rappresenterebbe una cosa del genere per un’azienda. Siamo sicuri che tutti siano informati del fatto che in giro per il mondo siamo tutti obbligati a comunicare non l’indirizzo, ma il numero di casella? – si chiede Coppola – Come Arci ci riserviamo, comunque, di informarci anche presso il Movimento Consumatori”. (ndm)

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