Baby gang a Ponte a Egola, arrestati tre minori

Tre ragazzi minorenni sono finiti nelle maglie della giustizia con l’accusa di aver commesso vari reati tra cui stalking, estorsione e rapina nei confronti di alcuni coetanei che frequentano la scuola media Buonarroti di Ponte a Egola, ma comunque per quanto si apprende dagli investigatori sempre fuori dall’edificio e dall’orario scolastico. Non solo i  bulli si accanivano anche contro i ragazzi più grandi che frequentavano il paese. La vicenda ilcuoioindiretta.it l’aveva già raccontata nei mesi scorsi (Bulli a Ponte a Egola, 50 genitori chiedono aiuto), dopo le segnalazioni arrivate dai genitori all’Arma, che nel frattempo aveva avviato un’attività investigativa. Oggi a distanza di circa un anno dai fatti la decisione del tribunale dei minori di Firenze, vista la conclusione delle indagini, di emettere le misure cautelari a carico dei tre che per mesi hanno stalkerizzato vari compagni di classe e che adesso dovranno assumersi le proprie responsabilità di fronte alla gisutizia.

I ragazzi ora potranno solo uscire di casa per frequentare le lezioni. I tre adolescenti raggiunti dalle misure interdittive del tribunale dei minori hanno tutti tra i 15 e i 16 anni anche se nella baby gang figurava un quarto adolescente per adesso minore di 14 anni e quindi non perseguibile dalla legge, più precisamente non imputabile.
Gli episodi di bullismo che sono stati rilevati e accertati dai carabinieri di Ponte a Egola e della compagnia di San Miniato sono sette e le vittime sarebbero almeno 10. I quattro come emerge dalle investigazioni dei militari in varie occasioni avrebbe sottoposto a violenze psicologiche e anche fisiche i coetanei, in un caso sarebbe arrivati addirittura a farsi consegnare pochi spiccioli sotto la minaccia delle percosse, incappando così nel reato di estorsione. In un altro caso i baby bulli avrebbero rubato un orologio, che poi i carabinieri durante una perquisizione domiciliare hanno ritrovato a casa di uno dei membri della banda. Tutte violenze che non nascevano da esigenze economiche secondo gli inquirenti ma da un atteggiamento malavitoso, teso ad affermare una sorta di supremazia sul territorio da parte della gang nei confronti dei coetanei e degli altri ragazzi. Il territorio dove operava la banda era per lo più la zona attigua ed esterna alla scuola media e le strade del paese. Le indagini erano partite dalle segnalazioni dei genitori delle vittime nei mesi scorsi.

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