Prostitute al Galleno, la sorella di 32 anni gestisce il racket foto

Un’organizzazione coordinata da una donna spietata, con al vertice uno straniero che viveva bene ed esclusivamente dei proventiderivanti dello sfruttamente della prostituzione. Sullo sfondo anche la figura di un terzo uomo, il marito della donna che la aiutava nel ruolo di coordinatrice del rachet della prostituzione. Ora i tre sono in carcere accusati di vari reati a vario titolo, prevalentemente il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione.
La donna faceva prostituire le sorelle fatte arrivare dall’Albania. Poi gestivano in prima persona tutto il denaro incassato, dal quale ogni mese, all’insaputa del marito, staccava anche una “parcella” ad hoc per un “amico” albanese in contatto con altri sfruttatori del sesso a pagamento. Protagonista dell’intricata trama una donna di 32 anni, Resmije Haxhiaj le iniziali, anch’essa di origine albanese, arrestata questa mattina insieme al marito, Augusto D’Agostino, italiano di 69 anni e all’amico, Sphetim Doka di 41. Il tutto grazie a un’indagine condotta dai carabinieri di Fucecchio su un giro di prostituzione nelle Cerbaie, in particolare nella zona di Galleno.

Gli arresti, eseguiti dai carabinieri della compagnia di Empoli e disposti dal gip del tribunale di Pistoia su richeista del pubblico ministero Canessa, sono avvenuti questa mattina a Montecatini Terme, dove risiede la coppia, composto da Haxhiaj e D’Agostino, mentre il secondo complice risulta senza fissa dimora.
Le misure cautelari stabilite dal giudice per le indagini preliminari arrivano al termine di un indagine svolta dalla stazione dei carabinieri di Fucecchio, dall’aprile all’ottobre 2016, a seguito delle numerose segnalazioni dei cittadini che notavano sulle strade che attraversano i boschi delle Cerbaie una continua attività di prostituzione da parte di due ragazze straniere, poi divenute tre.
Grazie ai numerosi servizi di osservazione, insieme a una serie di pedinamenti di alcuni clienti che si fermavano lungo la via Romana Lucchese per caricare le ragazze, i carabinieri hanno individuato una Mercedes che quotidianamente raggiungeva la frazione di Galleno per far scendere due donne. Da lì si è quindi cercato di capire il luogo di provenienza sia dell’accompagnatore che delle ragazze ed è emerso che sitrattava di persone che dimoravano a montecatini. Una volta identificati i soggetti, il passo successivo è stato quello di individuare i ruoli e capire se effettivamente si potesse parlare di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Supportati dall’attività tecnica e dagli accertamenti sui movimenti di denaro, i militari dell’Arma hanno potuto appurare che i due coniugi sfruttavano l’attività di prostituzione della sorella della donna albanese, che a sua volta contribuiva all’attività anche in prima persona. Il denaro guadagnato grazie alle prestazioni, però, andava interamente ai due coniugi, con la moglie che gestiva il “cassetto” e spartiva il denaro per le varie esigenze.
Tra queste, ad insaputa del marito, c’era anche quella di inviare periodicamente denaro a un “amico” albanese, il terzo arrestato, che viveva esclusivamente dei proventi della prostituzione grazie ai quali era riuscito anche a comprare un Mercedes Ml del valore di circa 40mila euro, oltre ad ‘esportare’ periodicamente una parte dei proventi in Albania. La donna consegnava il denaro direttamente all’uomo quando era in Italia, o tramite money transfer quando si recava in Albania. Per quanto si è potuto ricostruire, quest’ultimo aveva contatti anche con altri sfruttatori ai quali chiedeva o proponeva donne provenienti dall’Albania o da altre regioni da avviare alla prostituzione.
La donna, abilmente, e senza mai farsi accorgere dal marito, ha inviato (solo tramite money transfer) quasi mille euro al mese all’altro albanese, verosimilmente per un rapporto di sudditanza o per debiti pregressi nei suoi confronti. Con il restante denaro si occupava invece del mantenimento di tutti gli altri.
Ad un certo punto, probabilmente perché dovevano incrementare gli incassi, la donna albanese aveva fatto traferire in Italia anche un’altra sorella, poco più che maggiorenne, che è stata immediatamente avviata alla prostituzione.
All marito italiano viene contestato il fatto di aver accompagnato quotidianamente sul posto di lavoro le prostitute alle quali ha sempre procurato anche il cibo e i preservativi, aiutando poi la moglie nella gestione del denaro incappando quindi nel reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Per quanto riguarda l’uomo albanese, gli elementi caratterizzanti del reato di sfruttamento sono quelli di vivere esclusivamente dai proventi delle prostitute che gli venivano consegnati quasi sempre dalla sorella, su ordine della donna arrestata. Quest’ultima, più volte nel corso delle indagini, ha dato disposizioni alle sorelle di incrementare l’attività e di consegnare i soldi all’amico albanese, sfruttando la difficile condizione delle persone offese e senza tenere in considerazione né l’età delle sorelle, né del il rapporto di parentela.
I due uomini sono stati quindi condotti nel carcere di Pistoia, mentre la donna resterà agli arresti domiciliari nela propria abitazione.

Il commento del sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli
Il sindaco Alessio Spinelli si congratula con i carabinieri della stazione di Fucecchio per l’operazione che ha portato al fermo dei tre e ha posto fine allo sfruttamento.
“Le operazioni che le forze dell’ordine stanno mettendo a segno nella zona delle Cerbaie – commenta soddisfatto il sindaco Alessio Spinelli – sono sempre più frequenti. Combattere fenomeni come quello dello sfruttamento della prostituzione è fondamentale per eliminare quelle situazioni di degrado e d’illegalità che hanno portato nella stessa zona anche un fiorente mercato della droga. L’azione dei carabinieri, insieme a una serie di iniziative civiche promosse dalla mia amministrazione comunale, dalle associazioni del territorio e dai cittadini, vuol restituire a questo territorio quella tranquillità che alcuni fenomeni, tra cui quello dei furti, hanno messo a dura prova negli ultimi mesi. Si tratta di fenomeni criminosi che si sono particolarmente concentrati nell’ultimo periodo e che possono essere debellati esclusivamente che una massiccia azione di polizia che alle indagini faccia seguire denunce e arresti, proprio come è avvenuto in questo caso”.

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