Spaccata al bar: via soldi, sigarette e gratta e vinci foto

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Cinque o sei colpi sordi, come fossero calci a un pallone. Poi lo squillo forte e insistente dell’allarme e il trambusto che, oltre al silenzio della notte, rompe il sonno. Non erano ancora le 2 di notte quando il centro di Villa Campanile si è svegliato di colpo ed è corso alle finestre: nel mirino dei ladri è finito il bar C’era una volta, all’incrocio tra via Ulivi e via Dori, nel centro della frazione castelfranchese.

Un furto durato meno di un minuto, meno di quanto, probabilmente, i ladri ci hanno messo a sfondare il vetro antisfondamento. E fatto a colpo sicuro: pochi secondi in tutto, che sono bastati ai malviventi per arraffare soldi, sigarette e gratta e vinci. Stando al racconto di alcuni testimoni, la banda è arrivata a bordo di un’auto parcheggiata vicino alla chiesa, dalla quale sono scesi due uomini, anche se potrebbe essercene stato un terzo, fuggito a piedi nella direzione opposta. Dopo aver sfondato il vetro dell’ingresso principale, uno dei due è entrato all’interno del bar, con la testa coperta da un cappuccio, rimanendo nel locale per circa 50 secondi.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri della compagnia di San Miniato che stanno conducendo le indagini. La sensazione è che i ladri conoscessero il posto, dal momento che la porta sul retro, a differenza di quella principale, è protetta da un’inferriata. Lo stesso bar era già stato visitato 3 anni fa, sempre a maggio: in quel caso i ladri erano stati beccati e la sera stessa erano già a piede libero. “non si sa più che fare – racconta un cittadino -. Qui è un rubare continuo: di biciclette ne spariscono una al giorno”. “Siamo in una zona di confine – ricorda un altro – i carabinieri arrivano, ma quelli possono già essere ovunque: altro territorio, altra compagnia competente. E, poi, gente di passaggio, per questo motivo ci capita: non possiamo sempre vivere in allerta e preoccuparci per ogni auto o faccia che non abbiamo mai visto”. “Soluzioni non ne abbiamo più – sottolinea un terzo che arriva al bar, molto frequentato -, è questo che ci sconforta e ci fa arrabbiare. Guarda anche qui: ci sono le telecamere, l’allarme, le guardie giurate eppure entrano e fanno il loro comodo”.
“Per quanto mi riguarda – confida Stefano, il proprietario del bar – avevo lasciato solo questa porta senza inferriate, perché d’estate la tengo aperta per servire i clienti da più lati, ma stamattina ho già sentito per metterle. Ci vorranno parecchi soldi”. Soldi che, poi, tranquillità non la garantiscono, perché chi ha subito un furto ci pensa spesso. E non importa quanta roba o soldi hai in casa – è il senso diffuso di quanto raccontano gli avventori del bar -, il problema sono i danni e anche la paura di trovarcisi, perché se anche non manca chi chiede di poter sparare a vista, gran parte delle persone ha timore delle proprie reazioni e delle situazioni che si potrebbero creare. “Per fortuna non è andata peggio” confida lo stesso proprietario del bar, ma è certo che così è difficile andare avanti. E forse lo è anche di più per chi ha scelto di restare in un paese, quelli con la porta aperta, le persone che si chiamano per nome e i bambini a giocare per strada. (E.ven)

 

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