Assalto al bancomat con l’auto rubata, paura a Corazzano foto

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Hanno continuato a lavorare, concentrati. Come ripetessero un copione più volte studiato e, magari, messo già altre volte in pratica. Erano tre, a volto coperto, forse assistiti da un palo in ciascun ingresso della frazione. Mentre loro cercavano di arrivare ai soldi, il paese intero gridava, affacciato alle finestre: “Aiuto, ci sono i ladri”, “Ma che fate? Andate via, lasciateci stare”. Dieci minuti, ma di quelli che sembrano non finire mai, a fissare i banditi che ti ignorano, cercando con lo sguardo lampeggianti in lontananza, con il desiderio di sentire le sirene. Erano da poco passate le 2 della notte scorsa, quella tra il 31 luglio e l’1 agosto a Corazzano. Ma da allora, dormire è stato davvero difficile. 

Un boato ha svegliato gli abitanti di Corazzano, che si sono riversati in strada e alle finestre pensando che quel rumore fosse da ricondurre a un incidente stradale. A saltare, invece, è stato il bancomat della filiale della Banca di Cambiano in via Zara.
La banda è arrivata con una Toyota grigia, rubata poco prima nella zona di Castelfiorentino e ritrovata dai carabinieri all’alba di oggi. Stando ai primi riscontri, i tre malviventi sono arrivati, hanno scaricato dall’auto tutta l’attrezzatura compresa una bombola di gas e si sono messi al lavoro: hanno infilato la canula nel bancomat e l’hanno fatto esplodere. Tra le grida, una persona ha chiamato i carabinieri. Mentre i malviventi, concentrati, come non sentissero quella paura intorno a loro, con una mazza hanno mandato in frantumi il vetro per entrare dentro l’edificio. Un sistema, però, che non gli ha permesso di penetrare la cassa e, quindi, di prelevare i soldi. Hanno continuato a provare, ma senza riuscire a superare quel secondo sistema e aprire il cassetto con i soldi. Solo allora, con il tempo che scorre e vigilanza e carabinieri sempre più vicini, hanno desistito. Hanno caricato tutto in auto e se ne sono andati, forse scegliendo la direzione con l’aiuto dei pali. Fino al luogo dove hanno abbandonato l’auto. Per scappare a piedi o, più probabilmente, con un secondo veicolo condotto da un ulteriore complice o lasciato lì prima del colpo.   

Negli stessi momenti, con la stessa modalità, un’altra banda a Livorno stava cercando di far saltare la cassa delle fonderie.

 

Gabriele Mori, Elisa Venturi 

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