Colpo nello studio del fotografo: “Messo in ginocchio”

Nuovo furto a Santa Croce sull’Arno, questa volta a finire nel mirino dei ladri è stato il fotografo Pietro Gandolfo, che è stato depredato di buona parte della sua attrezzatura appena comperata.

I ladri hanno portato via merce che si può ricettare bene: una borsa intera con dentro una reflex D90 e 2 flash Nissin. Il furto è stato messo a segno tra le 18,30 e le 19 di ieri sera (15 ottobre) nell’unica mezzora in cui la casa è rimasta incustodita. A raccontare la presunta dinamica è lo stesso Pietro Gandolfo che dice: “La mia abitazione, dove ho il laboratorio, è in via Banti a Santa Croce. Sono arrivato alle 18,30 e ho posato l’attrezzatura nello studio, proprio per non portarmela dietro visto che dovevo andare a Livorno. Mia madre è rincasata alle 19 e ha trovato tutto a soqquadro. Hanno agito in quella mezzora. Il problema è che mi hanno letteralmente messo in ginocchio, adesso senza la mia attrezzatura sarà difficile lavorare”.
Poi Gandolfo, abbastanza preoccupato, continua a raccontare elementi che potrebbero essere utili alle forze dell’ordine per rintracciare i malviventi: “Penso che mi abbiano visto rincasare alle 18,30 e abbiano aspettato che me ne andassi. Quando sono sceso per posare la borsa, la mia ragazza che è rimasta in auto ad attendermi, ha notato una station wagon scura con due persone a bordo parcheggiata lì vicino. L’abitazione si trova al piano terra. Inoltre la bimba dei vicini ha raccontato di aver visto un uomo incappucciato, ma sul momento ha pensato che fossi io”. I ladri hanno operato in modo chirurgico: per entrare hanno aperto le persiane e poi hanno forzato la finestra, che sarà alta circa due metri rispetto alla strada. Da lì sono entrati e poi hanno rovistato ovunque probabilmente in cerca di soldi, ma visto che non ne hanno trovati hanno preso la cosa più facile da portare via e meglio piazzabile ai ricettatori, cioè l’attrezzatura fotografica. “In casa infatti ho anche altri oggetti di valore come il pc ad esempio, ma non lo hanno toccato”. È noto infatti che per criminali di piccolo cabotaggio, piazzare telefoni e pc è più difficile in quanto rintracciabili dalla Rete. Gandolfo ha chiamato i carabinieri di Santa Croce e in queste ore sta formalizzando la denuncia.

 

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