Aggredito sul treno perché è cinese, nei guai i baby bulli

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Quando gli agenti li hanno raggiunti, soli, sono tornati a essere due ragazzini qualsiasi, forse un po’ strafottenti, ma bisognosi d’aiuto. Insieme, invece, erano stati capaci di aggredire, picchiare e insultare un compagno di scuola cinese. Si sono incrociati in una stazione ferroviaria del comprensorio del Cuoio. Si conoscono perché frequentano la stessa scuola e vivono in paesi del comprensorio del Cuoio. 

Il ragazzino di origine cinese con alcuni amici prendeva il treno per fare una gita veloce a Firenze, loro erano sul binario dei treni per Pisa. Lo hanno visto, lo hanno raggiunto, hanno iniziato a prenderlo in giro. Poi sono saliti sul treno e lo hanno separato dagli amici e poi hanno iniziato a picchiarlo gridando frasi razziste. Un pestaggio senza ragioni, quello che un pomeriggio di fine dicembre si è manifestato con una violenza inaudita. Non una lite tra ragazzi, ma l’odio di malviventi adulti e strafottenti che si scaglia sulla vittima, a bordo di un treno pieno di persone.
Erano le 16 circa, quel giorno. Il treno si era da poco mosso da una stazione ferroviaria del comprensorio del Cuoio direzione Firenza. A bordo ci sono tante persone, compresi il ragazzo cinese con un gruppo di amici e i due aggressori, uno quasi maggiorenne. I due si avvicinavano alla vittima e iniziavano a molestarla. Il ragazzo, avendo capito le intenzioni, fa finta di nulla e continuava a camminare lungo il corridoio quando improvvisamente uno dei due lo afferrava da dietro mentre l’altro lo colpisce con un forte pugno al volto che lo fa cadere per terra. I due aggressori iniziavano a colpire il ragazzo a terra con calci e urlando frasi razziste e solo grazie a due ragazzi senegalesi (che viaggiavano per conto proprio) e a un amico della vittima che ha chiamato il 113, i due si sono fermati. Quando il treno si è fermato a Empoli, i ragazzi sono scappati. Gli agenti del reparto operativo di Santa Maria Novella hanno atteso la vittima, accompagnata da alcuni suoi amici e da una signora che era sul treno e aveva assistito all’aggressione. Negli uffici di polizia, il malcapitato è stato soccorso da personale del 118: presentava contusioni al volto e all’arcata sopracciliare destra ed era in evidente stato di shock. All’ospedale di Santa Maria Nuova è stato trattenuto sino a tarda notte.
Attorno alle 20, invece, gli aggressori sono rientrati a casa con il treno. Per pura sfortuna hanno ritrovato i due malviventi che hanno iniziato a inveire contro di loro minacciandoli poiché avevano chiamato la polizia, esigendo da loro di vedere i loro telefoni per esaminare la cronologia delle telefonate. Qualcuno è riuscito ad allertare i genitori: solo l’intervento dei genitori ha evitato il peggio.
La polizia ha bloccato i ragazzi anche grazie alle immagini a bordo del treno: i due aggressori vengono ripresi chiaramente in volto. I due ragazzi sono già noti proprio per reati di gruppo, quelli più vigliacchi perché mettono il gruppo, il branco, contro la preda, che prima viene scelta e isolata e poi aggredita. Il gruppo è la forza di questi pericolosi criminali, che poi contano sulla vergogna e sull’omertà indotta dalla paura. Vista la gravità dei fatti, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni Sangermano, sensibile a questa problematica giovanile e per troncare sul nascere altre emulazioni ed altri atteggiamenti da gang, ha delegato la Pg compartimentale della Polfer Toscana a procedere alla perquisizione dei due rei e quindi ai successivi provvedimenti che verranno adottati.
I due ragazzi, denunciati per i reati di lesioni personali in concorso a valenza razzista e violenza privata aggravata, hanno alle spalle vite difficili ma si divertono a vivere di espedienti vantandosi delle proprie scorribande con i coetanei. Tra le immagini che fanno più pensare, vi è quella dei due aggressori che ridono visibilmente soddisfatti del pestaggio appena fatto. Ma, il loro sentirsi invincibili e il loro sorriso, è stato spento ieri mattina dagli stessi agenti che hanno raccolto la denuncia e le testimonianze dei fatti, (unitamente a personale della aliquota Polizia di Stato della Procura per i Minori), in pochi secondi questi invincibili sono tornati ad essere dei ragazzini bisognosi di aiuto.

 

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