Firmano per un omaggio, si impegnano a spendere per 5 anni

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Un contratto li vincola ad acquistare prodotti per 18mila euro in 60 mesi – 5 anni – ma loro non lo sanno. O, meglio, non l’hanno capito quando l’hanno sottoscritto. E’ successo anche ad alcune famiglie di Fucecchio e della provincia di Pisa, che hanno accolto in casa il venditore per un campione omaggio e si sono ritrovate nel ‘contratto capestro’.

Le persone interessate sono state chiamate a sottoscrivere un contratto di 60 mesi, che le ha vincolate poi all’acquisto di circa 18mila euro di prodotti per la casa, ma secondo alcuni di questi ‘acquirenti’ a loro completa insaputa. Sarebbe accaduto, in particolare, ad alcune famiglie della provincia di Lucca e del Comune di Fucecchio: incaricati della ditta, secondo quanto raccontato, suonano alla porta e si presentano bene. Ma poi inducono alcuni a firmare il “contratto-trappola”. La scena descritta è più o meno questa, con qualche variante a seconda delle risposte dell’interlocutore: i venditori in prima istanza mostrano il catalogo dei prodotti e la persona che li ha accolti in casa ringrazia ma si dice non interessata ad alcun acquisto. Prima di congedarsi, il venditore lascia un campioncino di prodotto per l’igiene della casa e sostiene che, dovendo rendicontare all’azienda anche i singoli omaggi, è necessaria la firma di una ricevuta che attesti l’operazione. Come spesso accade quando si crea un clima di fiducia, la lettura attenta delle clausole passa in secondo piano. Ed ecco che il malcapitato si ritrova preso all’amo, per 5 anni: sì, perché quella firma sulla copia commissione lo vincolerà a spendere 2990 euro più Iva all’anno (un totale, quindi, di 3647,80 euro).
Trascorsi i canonici 15 giorni per la rescissione del contratto, si presenta a casa dell’interessato un operatore con tanto di catalogo dal quale effettuare il primo ordine, come da contratto. Inutile – o quasi – a quel punto protestare: carta canta e su quella carta ci sono ben due firme che attestano l’impegno assunto dall’acquirente. Soltanto facendo la voce grossa la pratica può essere annullata: in un primo momento, infatti, è l’azienda, secondo quanto affermano le ‘vittime’, a ‘venire incontro’ al cliente limitando la durata del contratto a un solo anno. Casi simili sarebbero stati segnalati a Parma e Ravenna, per i quali qualche cliente ha chiesto l’intervento di Federconsumatori. Che ha ottenuto, quando è intervenuta, l’annullamento dei contratti.

 

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