Assumeva nell’azienda fallita: confermata condanna

Era stato accusato di bancarotta fraudolenta e patrimoniale relativi alla distrazione di fondi e merci di una delle due società di cui era stato nominato amministrative ed entrambe fallite nel corso del 2009, e di aver aggravato il dissesto finanziario della seconda, procedendo all’acquisto di merci e all’assunzione di personale quando ormai, per l’accusa, le casse della società erano ormai vuote. Accuse per le quale il noto imprenditore di Fucecchio, 54 anni era stato condannato in primo grado.

La Corte d’Appello nell’ottobre del 2016 aveva confermato la condanna ma ridotto la pena, ridimensionando la stima dell’ammontare della merce distratta. Contro questa sentenza l’imprenditore aveva proposto ricorso in Cassazione, che tuttavia ha confermato le decisioni del secondo grado, condannando l’imprenditore al pagamento delle spese processuali.
L’inchiesta giudiziaria che lo travolse risale al 2010. Le indagini degli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Firenze hanno ipotizzato una distrazione di risorse e valori attivi di un’impresa destinata al fallimento. Stando alle accuse le merci, in sostanza, sarebbero state vendute senza fattura: questo avrebbe di fatto creato un ulteriore dissesto all’azienda che ormai era in via di fallimento.
Diverse invece le ipotesi relative ad una seconda azienda, anch’essa dichiarata fallita dal tribunale e di cui era amministratore il 54enne di Fucecchio. In questo frangente, per le fiamme gialle, l’uomo avrebbe proceduto all’acquisto di nuovi materiali e all’assunzione di personale quando ormai l’azienda non aveva più le risorse necessarie per sostenersi. Tra l’altro, all’epoca, la guardia di finanza contestò anche l’omessa dichiarazione al Fisco di 14,5 milioni di euro e non il mancato versamento di 2,9 milioni di euro di Iva.

 

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