“Li ho visti litigare”: spunta il super testimone

L’auto si ferma, Elisa la spegna per andare a dormire. Poi la portiera del lato passeggero che si apre, Federico dice qualcosa, lei risponde, probabilmente gli urla di andarsene altrimenti chiama aiuto. Lui apre il fuoco con la pistola di grosso calibro comprata pochi giorni prima e spara a distanza ravvicinata. Tre volte. Il primo colpo va a vuoto, gli altri due la trapassano: un colpo al torace, l’altro all’addome e le ogive si conficcano nel telaio dell’automobile. L’auto di lui è lì, con i fari accesi e la portiera aperta.

Difficile credere che lei possa essere sopravvissuta ai due colpi di calibro 9 che l’hanno attinta: la morte probabilmente è sopraggiunta subito o poco dopo. Poi Federico gira intorno all’automobile, apre lo sportello del lato guida, sposta Elisa e si mette al volante per raggiungere San Miniato dove con un unico colpo, il quarto, pone fine alla sua esistenza. Lì, nel posto che lui che ha girato il mondo chiama casa. E’ questo lo scenario che emerge incrociando i dati emersi dall’autopsia sul corpo della ragazza e le testimonianze raccolte dagli inquirenti a Prato tra cui spunta anche un super testimone che con le sue dichiarazioni ha aiutato i militari e in genere gli inquirenti a fare chiarezza. Il testimone infatti avrebbe assistito alla scena almeno fino all’esplosione dei tre colpi, testimonianza in parte confermata anche da quanto riferito da chi vive nella zona in cui si sono consumati i fatti, più persone hanno riferito di aver sentito nella notte le esplosioni dei colpi di pistola intorno alle 3 di sabato scorso 26 maggio.
Uno scenario che apporta un nuovo elemento a quanto detto fino a ora: Federico Zini avrebbe atteso Elisa con la pistola in pugno o comunque a portata di mano. Un’ipotesi molto verosimile questa, che introduce nuovi scenari tra cui una sorta di premeditazione in quella tragica sera di una settimana fa. Elementi che servono a fare chiarezza ma che non saranno utili ai fini giudiziari, visto che non sarà celebrato nessun processo essendo il reato estinto con la morte di Federico Zini.
Intanto sono emersi vari dettagli anche sui giorni e le settimane precedenti il tragico epilogo della storia tra Federico Zini ed Elisa Amato. Una storia d’amore finita, ma con degli strascichi come hanno potuto appurare gli inquirenti sentendo amici e parenti. Nessuna chiusura netta c’era stata, secondo quanto ricostruito: i due ragazzi infatti continuavano a vedersi, forse in una storia che stava logorando Federico. Due persone che vedevano quel vedersi e quel cercarsi in un modo diverso e ciascuno aveva da quella relazione al termine aspettative diverse. Una dinamica che avrebbe logorato Federico fino a quel gesto di follia, forse maturato nelle ultime ore prima della morte di entrambi.
Domani intanto saranno celebrati i funerali: quello di Federico a Balconevisi, quello di Elisa a Prato dove interverrà il vescovo e li probabilmente potrebbero emergere nella commozione generale nuovi elementi per fare chiarezza nella dinamica che ha portato alla morte di entrambi.

 

Gabriele Mori

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