“Giustizia per Sara”, trovata morta in strada: striscioni foto

I due striscioni piazzati fra Santa Maria a Monte e Montopoli, lungo la SP66 che collega Ponticelli all’imbocco della FiPiLi, sono dedicati a Sara Scimmi, 19enne trovata senza vita alle 3,23 di sabato 9 settembre 2017, sull’asfalto della strada regionale 429, a Castelfiorentino, città dove viveva (Trovata morta a Castelfiorentino, caccia al pirata). Le indagini attorno alla sua morte sono tutt’altro che chiuse: “Al momento – racconta la sorella Giulia – c’è un solo indagato, che vive e continua a lavorare tra Valdera e Cuoio”.

Due lenzuola con su una scritta con lo spray, uno con la frase “giustizia per Sara” e l’altro con dicitura “assassini in carcere” sono la dimostrazione della solidarietà che dalla mattina del ritrovamento, la famiglia di Sara cerca. “Siamo stati informati degli striscioni e siamo contenti di tanta solidarietà” dice oggi a ilCuoioindiretta.it Giulia, sorella di Sara, che conferma: “Il messaggio è stato messo lì perché il camionista responsabile della morte di mia sorella vive in quelle zone, beato, tranquillo con ancora la patente, la sua vita, il suo lavoro”. Il camionista, che risulta indagato, sarebbe già da qualche tempo al centro delle attenzioni degli inquirenti. Non l’unico, però. Nell’intricata vicenda di quella sera maledetta in cui la giovane ha perso la vita, due, infatti, sono i filoni d’indagine: se da una parte vi sarebbe un fascicolo per omicidio stradale nei confronti del camionista accusato di aver travolto la giovane, un altro (notizia di alcuni giorni fa) ne sarebbe stato aperto contro ignoti, sempre per omicidio. A dimostrazione che al momento, sulla dinamica e le circostanze che hanno portato alla morte di Sara, di chiaro c’è davvero poco. Sulle ore, almeno, tra quando Sara è stata vista all’esterno del locale dove aveva trascorso la serata e il ritrovamento del corpo.

La famiglia, per adesso, si concentra sulla figura del camionista, l’unico ad avere un’identità. Nelle sue dichiarazioni, l’uomo ha riferito di non essersi mai accorto di niente, anche se pare che le indagini abbiano fino ad ora descritto un sormontamento del corpo, più che un investimento. A indagare sul caso sono i carabinieri della compagnia di Empoli. “Mai un gesto di pentimento, mai una confessione – è quanto logora Giulia -. Chiediamo giustizia e che chiunque sappia qualcosa su quella sera si faccia avanti”.

Nilo Di Modica

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