Cocaina nelle banane, Cassazione conferma le condanne

Droga nelle banane, sentenza di colpevolezza anche in Cassazione per la banda di commercianti che aveva deciso di investire in cocaina per uscire dalla crisi. Definitive infatti le condanne per i 4 imprenditori coinvolti in un traffico internazionale di cocaina. La suprema Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi contro la sentenza di secondo grado. La Corte di appello di Firenze aveva ridotto le condanne agli imprenditori di Santa Croce sull’Arno, San Miniato e di Fucecchio arrestati dalla guardia di finanza nel 2016 perché coinvolti in un giro di spaccio internazionale che aveva permesso loro di fare arrivare in Italia oltre 50 chili di cocaina.

Per risollevarsi dalla crisi economica che aveva colpito le loro attività, secondo l’accusa ora confermata definitivamente, il gruppo aveva messo insieme gli ultimi risparmi, più o meno ognuno aveva investito 20mila euro. E si erano dati ad un nuovo commercio, quello delle banane. Ma in mezzo al carico i finanzieri avevano anche trovato la droga. In Appello i quattro imputati che si erano sempre detti estranei alla vicenda, avevano scelto la strada del dibattimento, convinti di poter dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati. Ma Marco Bigeschi procacciatore di affari di Fucecchio, Leonardo Cresti di Santa Croce, autotrasportatore (metteva a disposizione per le riunioni il magazzino della sua azienda), Silvano Mossenta di San Miniato, titolare di un import export e il colombiano Jorge Cardena Bermidez, in primo grado erano stati condannati a 13 anni di reclusione. La Corte di Appello, essendo caduta l’associazione a delinquere, aveva poi ridotto la pena e li aveva condannati a 8 anni di reclusione. Cardena, che venne arrestato a Fiumicino, si era visto riconoscere il diritto all’abbreviato. Strada questa che in primo grado gli era stata negata. Invece, secondo la Corte di appello di Firenze, l’imputato aveva diritto all’abbreviato e così aveva avuto una ulteriore riduzione della pena, stabilita in 5 anni e 4 mesi di reclusione. Pene ora confermata dalla Cassazione. Tutti e 4 i ricorsi sono stati infatti giudicati inammissibili.

 

Vincenzo Brunelli

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