In banca tra stress e psicofarmaci, ricerca tra i dipendenti

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Richiesta di essere elastico, richiesta sulle vendite, riorganizzazioni e mobilità. Sono queste le cause di stress nei lavoratori delle banche toscane stando alla ricerca condotta dalla Fisac Cgil Toscana – e condotta da quella di Pisa – in collaborazione con il dipartimento di Sanità pubblica dell’università La Sapienza di Roma – Alice Mannocci, Giuseppe La Torre – e presentata oggi 6 febbraio alla Camera del lavoro di Pisa. La ricerca è stata condotta attraverso la somministrazione di circa 400 questionari anonimi a lavoratori bancari di banche nazionali e locali preoccupati, stando ai risultati, per le pesanti pressioni commerciali a cui sono sottoposti i lavoratori. Dai risultati emerge, molto alta la percentuale di chi vive con disagio la propria professione, di chi si sente continuamente “richiamare” dai superiori per il raggiungimento del budget, di chi si sente in conflitto con i propri convincimenti per i prodotti che è chiamato a vendere.

Dalla ricerca emerge, inoltre, un preoccupante abuso di psicofarmaci per contenere il disagio e l’ansia derivante dalla situazione che si è determinata in questi ultimi anni e che preoccupa di più le donne. Una situazione che i sindacalisti descrivono così: “Siamo sempre meno dei consulenti e sempre di più dei piazzisti che vendono ai clienti prodotti standardizzati. Una volta la banca aveva una funzione di intermediazione finanziaria, ma questo oggi si fa molto poco, anche per rischio che corre la banca di non riprendere i soldi che presta”. Una situazione, questa, che sta già trasformano il lavoro del dipendente di banca: “Il pericolo è che nei prossimi anni, il modello sarà quello dell’agente assicurativo, del professionista che lavora ‘in proprio’ assumendosi il rischio con una sorta di franchising che all’istituto di credito permette di ammortizzare i costi della sede e del personale stesso. I primi casi, pur se isolati, li stiamo già vedendo”.
Il questionario
Sono state realizzate delle scale che misurando l’indole positiva del lavoratore (punteggio da 1 a 10), uno score per misurare la domanda lavorativa che sente gravare su di se il lavoratore (Job Demand) e un terzo score che misura la libertà decisionale di svolgere le proprie attività percepita dal lavoratore (Decision Latitude). La compilazione on line del questionario è stata promossa dai rappresentanti sindacali aziendali di Pisa e provincia e l’indagine è stata condotta nel periodo che va da aprile a settembre 2016. Sono stati raccolti un totale di 384 questionari di cui il 55% sono stati compilati da donne. L’età dei rispondenti nel 29% dei casi è sotto i 44 anni e nel 53% tra i 45 e i 55. Riguardo al contesto lavorativo il 62% è impiegato in una banca di tipo nazionale e il restante in una locale. Il 75% è impiegato e il restante è quadro, il 70% riveste un compito di tipo commerciale. Si nota inoltre un preoccupante 28% del campione che dichiara di fare o aver fatto uso di psicofarmaci. La numerosità campionaria è sufficiente a poter generalizzare i risultati trovati.
I risultati
Dall’analisi univariata che studia l’associazione per genere ed età rispetto al tipo di banca, livello di inquadramento, ruolo e assunzione di farmaci, emerge in modo statisticamente significativo come per le donne sia più difficile raggiungere il livello di quadro e come, sempre le donne, soffrano un maggior disagio testimoniato da un rischio doppio di assumere psicofarmaci rispetto agli uomini. Emerge inoltre una differenza significativa nella distribuzione per età dei lavoratori nei ruoli (commerciale o non), ovvero gli anziani sono di fatto fuori dai processi produttivi a più alto margine, ovvero dai ruoli commerciali. Le donne, inoltre, riferisco più del doppio, rispetto agli uomini, di avere disagio nel pensare a una possibile rapina. Crea ansia, inoltre, il mancato raggiungimento degli obiettivi di budget che può comportare problemi di mobilità territoriale e cambio di ruolo. All’84% dei lavoratori, poi, provoca disagio consigliare alla clientela un prodotto solo perché inserito nel budget e al 78 le continue riorganizzazioni aziendali. 

 

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