Fatturazione elettronica e lotta all’evasione: recuperati 668 milioni di euro

Una delle principali novità finanziarie di questo 2019 è sicuramente l’introduzione, dallo scorso primo di gennaio, della fatturazione elettronica obbligatoria.

Un nuovo modo di creare, inviare e conservare fatture in modo completamente digitalizzato, che aveva generato, prima della sua introduzione effettiva, dubbi e perplessità tra i vari soggetti obbligati a utilizzare la nuova modalità.

Un sistema che ha dato lo stop all’utilizzo della carta e alla normale gestione della fatturazione, introducendo il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate che acquisisce, smista e controlla ogni fattura emessa da titolari di partita IVA e imprese.

Il sistema, oltre a consentire un risparmio di carta e tempi di gestione delle fatture, è stato introdotto anche con la finalità di combattere l’evasione fiscale, potendo contare su di una tecnologia centralizzata in grado di controllare ogni singola fattura emessa.

A leggere i primi dati messi a disposizione dal Ministero dell’Economia, l’obiettivo di scovare una maggiore evasione sembra essere stato centrato.

Nei primi mesi del 2019, l’Agenzia delle Entrate ha intercettato acquisti fittizi per 3,2 miliardi di euro, bloccando falsi accrediti IVA per 668 milioni di euro.

L’introduzione della fatturazione elettronica, stando ai primi dati, pare aver generato un impatto positivo, sia in termini di lotta all’evasione sia per quanto riguarda il superamento dei malumori che c’erano tra imprese e liberi professionisti legati alla corretta gestione, che oggi possono gestire il sistema di fatturazione elettronica grazie a software disponibili sul mercato che controllano ogni procedimento legato alla singola fattura.

Verso questa direzione vanno le soluzioni distribuite da Danea, che realizzata software dedicati a negozianti, professionisti, PMI e amministratori di condominio, che offrono semplicità d’uso ed qualità elevata.

Nel comunicato del MEF e dell’Agenzia delle Entrate è spiegato che gli indagati hanno tentato di aggirare il Sistema d’Interscambio, intascando così rimborsi IVA, sfruttando quelle che sono chiamate società “cartiere”, dichiarando importi d’acquisto di materie prime a fronte di vendite esigue, generando in questo modo fittizi crediti IVA.

Guardando in generale a quanto accaduto nei primi due mesi di gennaio e febbraio, il sistema ha gestito 350 milioni di e-fatture, che sono stati emessi da 2,7 milioni di soggetti IVA.

La Regione che ha fatto segnare il più alto numero di invii è la Lombardia, mentre il settore del commercio all’ingrosso e della riparazione dei veicoli è quello più attivo.

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