Palio, è rottura: due contrade negano la delega al Comitato

“Non ci rispecchiamo più nell’organizzazione e nel sistema di rapporti tra Associazione Palio e contrade. Proprio per questo, per il bene della manifestazione, siamo convinti che sia giunta l’ora di cambiare”. È una posizione senza dubbio radicale quella intrapresa delle contrade di San Bartolomeo e San Michele che, a sorpresa, hanno deciso di negare all’Associazione Comitato del Palio la delega per l’organizzazione della prossima edizione.

Una delega che era attesa nella serata di ieri, 2 ottobre, nella riunione del Comitato in cui i due quartieri, come ogni anno, avrebbero dovuto sottoscrivere il mandato per affidare all’associazione l’incarico di sovrintendere al Palio 2018, accodandosi alle firme di San Martino e San Pietro arrivate già in estate. Al contrario, invece, i due presidenti Silvia Valori e Giovanni Papa hanno portato il proprio no, nella convinzione che occorra rivedere il meccanismo dei rapporti tra Comitato e contrade. “È giusto informare i castelfranchesi dei motivi della nostra scelta – spiegano i due presidenti – per precisare che non si tratta di una posizione contro la manifestazione, ma al contrario di una scelta nell’interesse stesso del Palio”.
Al centro della questione c’è il ruolo di terzietà del Comitato Palio rispetto alle contrade: un’associazione autonoma in pratica, con un proprio consiglio e un proprio bilancio, alla quale le quattro contrade (a loro volta altrettante associazioni) affidano ogni anno la gestione della manifestazione, secondo un sistema ormai in vigore dal 2004. Un sistema pensato all’epoca per “traghettare” il Palio dei barchini fuori dalle secche di quegli anni, ma divenuto nel tempo, evidentemente, un po’ troppo ingombrante almeno per alcune contrade.
“Spesso la gente identifica l’Associazione Palio con le contrade ma non è così – dicono Valori e Papa –. Pensiamo che avere un’associazione terza non sia più un sistema adatto per sviluppare la manifestazione e restare a certi livelli. Se ci guardiamo intorno, vediamo che in tutti gli altri Palii esiste un Cda composto dalle contrade e in cui le contrade hanno voce in capitolo. Secondo noi è arrivato il momento di dire basta e di cambiare”.
“Ovviamente – precisano i due presidenti – non è assolutamente nostra intenzione danneggiare il Palio ma esattamente il contrario. Dopo la scelta di ieri, inizieremo già da oggi a lavorare per la buona riuscita della prossima edizione”.

 

Giacomo Pelfer

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