Ginnastica ritmica, Ginevra torna a volare in A foto

Il dolore. Quello incredibile dei sogni che si infrangono. La guarigione, del corpo prima e dell’anima poi, aiutata dal sorriso delle sue bambine, quelle della Virtus Orentano. E poi la pace in un nuova vita. E la sorpresa, immensa e devastante di scoprire che non è per sempre perché se nasci guerriera non puoi stare in panchina. “Ormai mi ero rassegnata a fare l’allenatrice, sapevo che la mia carriera da atleta era finita ma stavo bene anche così, m’ero costruita un nuovo equilibrio”. Nella ginnastica ritmica, l’equilibrio non è solo quello statico e Ginevra Fiore Parrini 19 anni di Orentano (Ginevra, una Farfalla volata alla Virtus Orentano) ora è di nuovo in movimento.

Nel livello più alto: ieri 13 ottobre a Forlì ha disputato la sua prima prova in A della sua seconda vita da atleta, in una categoria nazionale alla quale accedono soltanto 20 squadre in Italia, ciascuna con 7 atlete. “Prima dell’ernia al disco – racconta Ginevra – gareggiavo con l’Etrusca Prato ed ero in Nazionale. Poi le ginocchia hanno iniziato a darmi problemi e l’ernia è stato il colpo di grazia: la ginnastica ritmica è contorsionismo in pratica e con quel problema lì, ero ferma. Avevo rinunciato alla mia carriera di atleta, ho continuato ad allenare e ho proseguito gli studi, ma mai avrei pensato di tornare a gareggiare”. Fino a quella telefonata, che entra nella pancia e ti scombussola di nuovo l’esistenza: Vuoi tornare a gareggiare? “Non ci ho pensato neppure un attimo. Qualche mese fa ho ripreso la preparazione. All’inizio avevo paura di tutto, mi veniva sempre in mente il dolore dell’incidente che mi era capitato in allenamento. Però la voglia di farcela è troppa. Ora sono più grande, ho 19 anni, mi conosco meglio e mi regolo: se sento dolore mi fermo e cambio esercizio”. La ginnastica ritmica è anche questo, è controllo. “Dalla società mi hanno cercato perché quest’anno la A è proprio tosta e serviva un’atleta con esperienza”. Quando sei davanti a 20 giudici che ti squadrano in cerca dell’errore per un minuto e mezzo di esercizio, essere perfetta è necessario. “Il pubblico sparisce. Ti concentri ed esegui l’esercizio. In questo l’esperienza vuol dire tanto”. Che in un modo magico, in Ginevra si unisce alla leggerezza: “Per me era finita e invece sono di nuovo qui. Cosa ho da perdere? Niente, sto guadagnando tanto ogni giorno”. Con un’entusiasmo che è contagioso: “Le mie bimbe sono felicissime, quasi da chiedermi l’autografo e anche la società lo è”. Perché ora, tra le coordinatrici della Virtus Orentano non c’è più un’ex atleta di successo, ma un’atleta capace di volare ancora. Che allena a Orentano per 6 ore al giorno, si allena a Prato e studia all’università con un’energia che solo a 20 anni si può avere. Con una maturità e una dedizione, però, molto più rara di così. “A Orentano ho iniziato e ho anche preso un impegno: non so ancora come, ma dovrò conciliare tutto per forza. La strada per Prato la conosco a memoria ormai, la faccio da 10 anni ed è bello poterla fare ancora”. Orentano la sostiene, tanto che si stanno organizzando per essere tra il pubblico dell’ultima delle 4 prove in progamma, ad Arezzo. Allora sarà decretata la squadra migliore d’Italia. 
Una storia personale bellissima già così quella di Ginevra, che è anche un insegnamento enorme per le sue bimbe: “Nessun infortunio ti può fermare, fisico o psicologico. Se vuoi qualcosa e sei disposta a lottare, quella cosa ti capita. Non è facile, perché un’atleta a 20 anni è già vecchia. Ma io sono la dimostrazione che è possibile”. Non puoi piangerti addosso o stare in un angolo a leccarti le ferite, devi darti una mossa, cercare un equilibrio nuovo, che ti porta a fare un nuovo esercizio: così la ginnastica ritmica diventa anche scuola vita. Ginerva ha guardato il suo sogno infrangersi in milioni di pezzi. Ha aiutato le bambine a sognare sperando di vederle arrivare un giorno dove lei non sarebbe più potuta arrivare. Ha insegnato alle sue bambine a sudare per raggiungere la perfezione di ogni esercizio, dicendogli come fare e aiutandole a cadere si, ma solo per rialzarsi. Ora può regalargli un nuovo insegnamento: che niente finisce mai per davvero se non lo vuoi e che è bello aveve una seconda possibilità. “Quando sei in squadra, ti alleni 9 ore al giorno. Ma come fa a pesarti, se è la tua vita? Io sono felicissima. ‘Da grande’ mi piacerebbe specializzarmi in endocrinologia sportiva e concentrarmi molto sulla prevenzione, perché credo che sia la parte più delicata e importante”. Per il momento, però, Ginevra salta, corre e danza in un sogno che può sognare di nuovo. 

 

Elisa Venturi 

 

 

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.