Legionella a Castelfranco, M5s attacca Asl

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La questione della legionella in piscina arriva sui banchi del consiglio comunale di Castelfranco di Sotto. A sollevarla nuovamente sono i consiglieri Aurora Rossi, Luca Trassinelli e Cristina De Monte in un schermaglia politica con il sindaco e con l’assessore allo sport Antonio Bertoncini che con un certo sprezzo politico alla fine ha ammesso di non aver neppure letto l’interrogazione della Movimento 5 Stelle.

Una schermaglia dalla quale però emergono tre dati importanti. Il primo è che il sindaco, quando ha saputo che alla piscina di Castelfranco c’erano dei livelli anomali di legionella, aveva già chiuso l’impianto per lavori di ristrutturazione, il secondo è che ci potrebbero essere due persone che potenzialmente potrebbero avere contratto la legionella frequentando la piscina di Castelfranco di Sotto – come emerge dall’indagine epidemiologica della Asl – e, ultimo, che la comunicazione della presenza dei batteri nell’acqua potabile della piscina è stata fatta dalla Asl al comune a distanza di tre settimane dall’inizio della analisi (fase in cui si ipotizzava la presenza del batterio) e a 6 giorni di distanza dai riscontri di laboratorio che confermavano la presenza del batterio nelle acque della piscina.
Un precisazione merita farla: la presenza dei batteri in quantità oltre le soglie di sicurezza nell’acqua dei bagni e della docce della piscina non implica necessariamente che la persona ammalata di legionella abbia contratto la malattia frequentando la piscina di Castelfranco di Sotto, che era al tempo dei fatti e ed è ancora gestita dalla Uisp e non dal Comune direttamente. E’ scientificamente possibile apprezzare la coincidenza, ma sostenere il principio di causa effetto non è certo né scientificamente dimostrabile.
In pratica la cronologia dei fatti è questa: nei giorni precedenti il 22 agosto 2018, dopo un primo caso di legionella che arriva all’ospedale San Giuseppe di Empoli, la Asl avvia un’indagine epidemiologica che coinvolge anche la piscina perché il paziente riferisce di avere frequentato, oltre ad altri luoghi, la piscina di Castelfranco di Sotto. Il 22 agosto i tecnici fanno tre prelievi di campioni di acqua potabile: il primo dal rubinetto del bagno delle donne, il secondo dalla doccia esterna all’ingresso della piscina e il terzo dal rubinetto del bagno degli uomini. I campioni vengono lavorati dai laboratori della Asl a cominciare dal 23 agosto e il 6 settembre 2018 tutti e tre i campioni terminano la lavorazione dando esito positivo dimostrando che la legionella è presente in quantità significative, in particolare nei campioni prelevati alla doccia esterna e dal rubinetto del bagno degli uomini.
La Asl però aspetta altri 6 giorni prima di comunicare al sindaco Toti, in qualità di garante della salute pubblica, che alla piscina di Castelfranco di Sotto c’è una contaminazione da legionella degli impianti idraulici (e non dell’acqua della vasche). La comunicazione, il comune, la riceverà solo l’11 settembre, quando nel frattempo la piscina era già stata chiusa per altri motivi, ovvero avviare dei lavori di manutenzione alla parte muraria delle vasche. L’11 settembre la Asl infatti scrive al comune e al gestore della di piscina: “A seguito di un caso di polmonite da legionella, lo scrivente ufficio ha attivato un’inchiesta epidemiologica sulle possibili fonti di trasmissione di tale microorganismo”. Ancora la Asl dice: “L’inchiesta ha evidenziato che il soggetto aveva frequentato più volte la piscina in oggetto”.
Poi si legge sempre nella comunicazione al comune: “I risultati del laboratorio di analisi hanno evidenziato una massiccia presenza di colonie di legionella, tale da imporre un’immediata bonifica della rete idrica. Si invita pertanto a emettere un provvedimento amministrativo nei confronti del gestore della piscina per effettuare una pronta bonifica di tutto l’impianto idrico per uso potabile della struttura”.
Ma in realtà il sindaco Toti aveva già chiuso la piscina per altri motivi. Rimane il fatto che dal 22 agosto, giorno in cui la Asl si è recata a fare le prime indagini alla piscina di via dello Stadio, a questo punto erano passate ben 3 settimane.
La storia però, per quanto è possibile apprendere dai documenti presentati in consiglio dal Movimento 5 Stelle, non è finita qui. Perché il 25 settembre la Asl torna nuovamente a scrivere al Comune e al gestore della piscina dicendo: “Considerato che a seguito di un nuovo caso (il secondo, ndr) di polmonite da Legionella questa unità funzionale ha attivato un’inchiesta epidemiologica sulla possibile fonte di contaminazione, rilevando che anche la persona in questione aveva frequentato la piscina in oggetto, si chiede l’emissione di un’ordinanza di chiusura dell’impianto fino a quando questo servizio non avrà comunicato parere favorevole alla riapertura. In particolare la ditta (il gestore) dovrà effettuare l’intervento di bonifica, presentare una relazione sugli interventi eseguiti e gli esiti della analisi microbiologiche attestanti la risoluzione del problema”. Ma di fatto la piscina era già chiusa da 14 giorni.
Una questione, che secondo i consiglieri del Movimento 5 Stelle attraverso Luca Trassinelli intervenuto in consiglio comunale, ha evidenziato un ritardo nella comunicazione da parte della Asl tanto che dicono: “Era opportuno avvisare che le analisi erano state fatte a piscina ancora aperta. Questo sarebbe stato utile a mettere in preallarme gli utenti della piscina. Manca la comunicazione tra Asl e Comune. La Asl doveva almeno fare una telefonata (al sindaco ndr). Perché il sindaco ha comunicato solo il 14 che c’era la legionella alla piscina? Con un ritardo di 33 giorni? Perché non è emerso da parte del sindaco che c’è stato un ritardo nella comunicazione da parte della Asl? Noi crediamo che ci siano della responsabilità anche da parte della Asl nel ritardo di comunicazione. La Asl ha mancato perché i risultati li ha avuti il 6 di settembre. Si sta parlando di casi di legionella. Per me non è concepibile che la Asl sappia una cosa relativamente ad un impianto pubblico e la comunichi solo 5 giorni dopo”.

 

Gabriele Mori

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