Quindicesima edizione del Festival Internazionale del Teatro Romano, un omaggio a Gassman

E’ dedicata a Vittorio Gassman la quindicesima edizione del Festival internazionale del teatro romano di Volterra. Andrea Mancini, nuovo direttore artistico, intende così ricordare il grande attore che una trentina di anni fa ideò il festival volterrateatro.

Il 13 luglio alle 18, in piazza dei Priori, sarà inaugurato il Monumento Effimero: non una struttura ma una grande immagine che proviene dall’Opera dello straccione di John Gay, prima interpretazione da protagonista di Gassman con la regia di Vito Pandolfi e le scene di Toti Scialoja, andato in scena al Teatro argentina di Roma nel 1943 e subito bloccato dalla censura fascista che non sopportò le critiche al regime. “Così in piazza dei Priori – dice Andrea Mancini – quest’anno costruiremo un monumento effimero, effimero come il teatro. Un monumento a Vittorio Gassman, a partire da un elemento scenico che rappresenta il giovanissimo attore accanto ad una grande forca. Un monumento di passaggio come è il festival del Teatro Romano, che il 13 luglio, aprirà al pubblico le sue porte e le sue pietre, tagliate quasi duemila anni fa”.
Lo spettacolo di apertura al teatro romano giovedì 13 luglio alle 21,30, coprodotto con teatri di pietra, partner del festival, sarà Caligola Homme absurde e Homme Révolté, da Svetonio e Camus, regia e coreografia di Aurelio Gatti, musica originale di Lucrezio de Seta, interpreti: Carlotta Bruni, Luna Marongiu, Rosa Merlino, Elisabetta Ventura, Vittoria Faro, Cinzia Maccagnani, Sebastiano Tringali. La messinscena in forma di danza-teatro è scabra. E’affidata a sei donne e ad un uomo, attribuendo alle prime la dinamica, la passione, la necessità di cambiamento, la determinazione e al secondo la staticità della forma. La musica integra il visivo e rappresenta la folla, il senato e la luna.

 

Al Teatro Persio Flacco 14 luglio alle 21,30, prima internazionale, Dances Lindsay Kemp, con Daniela Maccari, Ivan Ristallo, James Vanzo, Alessandro Paci, è il ritorno di un grande artista che resta giovanissimo in scena, in mezzo ai suoi ballerini. Lo spettacolo offre quattro magnifici e contrastanti personaggi per il trasformismo di Kemp: un’onirica identificazione melodrammatica con Violetta e Callas in Ricordi di una Traviata; un’allegoria profondamente semplice nel Il Fiore; un viaggio dentro la pazzia mistica del leggendario ballerino de Les Ballets Russes, Nijinsky e infine L’Angelo, anima che trascende ogni identità per diventare simbolo dell’essenza umana, della rinascita e della speranza. Completano lo spettacolo: Mi Vida, creato dal grande coreografo Belga Luc Bouy e La Femme en Rouge di Kemp, entrambi per Daniela Maccari, coreografa collaboratrice e musa ballerina di Kemp con l’attore ballerino Ivan Ristallo.
Al Teatro Romano, domenica 16 luglio alle 21,30, Teatri di Pietra, va in scena l’Edipo di Sofocle, adattamento e regia di Cinzia Maccagnano, con Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Raffaele Gangale. “Quella di Edipo – scrive la regista – è una ribellione che avviene in se stesso: è lui che evoca la ragione e poi l’istinto, creando dialoghi serrati che diventano sempre più interrogatori, con Creonte e con Tiresia, quasi fossero voci interiori che lo tormentano e lo inducono a scavare nel conscio e nell’inconscio affinché la verità si palesi accecante come la luce”.

Al Teatro Romano, giovedì 20 luglio alle 21,30, sarà il turno di Romeo and Juliet, Dance Company, coreografie Alberto Canestro. Il lavoro è legato alla classicità dall’esempio di grandi maestri, esperienza che Canestro e la Agostini dimostrano di aver ben presente. In particolare il movimento dei danzatori corrisponde ad alcune sequenze della tradizione, letta e rivista con sensibilità contemporanea. I due protagonisti, Elena Dioguardi e Leandro Salvischiani, Giulietta e Romeo, costruiscono un’azione di apertura verso il pubblico, verso gli altri danzatori. Allargano cioè, il loro gesto all’esterno, ma riportandolo subito dopo verso se stessi, a ferire, a colpire il loro proprio corpo. Giovani che si aprono al mondo, ma che ne vengono subito offesi.

Al Museo Etrusco Guarnacci, venerdì 21 luglio alle 18, Pilade Cantini presenta il libro Attacco all’Arte la bellezza negata di Simona Maggiorelli, ed. L’asino d’oro 2017. Il libro è un viaggio attraverso epoche fra loro lontane in difesa del linguaggio silenzioso e universale delle immagini. Con l’antichista Ronchey, lo scopritore di Ebla Matthiae e il poeta siriano Adonis, l’autrice indaga l’iconoclastia cristiana e le devastazioni dell’Isis, individuando nella ‘diffidenza’ verso le immagini un tratto comune ai tre monoteismi. Non usano picconi come i wahhabiti, ma svendono il patrimonio storico-artistico e lo lasciano andare in malora: accade in Italia, dove il sistema di tutela negli ultimi quarant’anni è stato attaccato da politiche iperliberiste.

A Palazzo Minucci Solaini sabato 22 luglio alle 18, da Le libere donne di Magliano di Mario Tobino, Monologhi al femminile-Libere donne, regia Andrea Buscemi con Livia Castellana, musiche originali Nicolò Buscemi, assistente Martina Benedetti. “Ne Le libere Donne di Magliano, scrive il regista, Tobino è maestro nel tradurre i fremiti della sofferenza fisica e psicologica e il suo messaggio si imprime nel ricordo, turbando il sonno a distanza di anni. Forse l’arte è simpliciter questo: sapienza nella descrizione del dolore. Tobino si spinge in avanguardia ancora più in là, quasi scommettendo nientemeno che sulla cognizione del medesimo”.

Teatro Romano, sabato 22 luglio alle 21,30, Monologhi al femminile – La signorina Else di Arthur Schnitzler, uno spettacolo di Andrea Buscemi con Martina Benedetti. Si tratta di una critica impietosa verso la società, in cui la famiglia borghese pur di salvaguardare il proprio status sacrifica la giovane figlia, Else. Schnitzler esprime un giudizio negativo verso la società viennese dei primi del Novecento, poco sensibile alle motivazioni che determinano atteggiamenti estremi e che dovrebbero essere il vero scandalo, mentre si scandalizza soltanto delle apparenze.

Al Teatro Romano domenica 23 luglio alle 21,30, Agamennone di Fabrizio Sinisi, da Eschilo, con Paolo Graziosi, Elena Ghiaurov, Alessandra Falluchi, Elisabetta Arosio, regia Alessandro Machìa. Ambientato in un paese abbattuto e confuso, logorato dalla crisi e dalla fame, ormai al di là della politica, in un tempo che è livida trasfigurazione dell’oggi, a ridosso di una guerra dove tutto si è perso e nulla si è guadagnato, Agamennone è una riscrittura contemporanea del classico greco in cui il tragico viene riattuato e scatenato nei suoi elementi essenziali: amore e rabbia, erotismo e cupezza, tristezza e furore.

Al Museo Etrusco Guarnacci lunedì 31 luglio alle 21,30, Teatri di Pietra, Elena simulacro e impostura, autore e regista Aurelio Gatti, con Gabriella Cassarino, Raffaele Gangale, Carlo Greca, Luna Marongiu. I molteplici volti di Elena attraverso le voci delle fonti antiche e le parole di chi l’ha accusata e difesa, in un avvicendamento di toni e figure contrastanti la figura di Elena si svela mostrando i molti volti della sua seduzione‚ la sua multiforme bellezza. Una‚ due‚ tre‚ molte Elene‚ colpevoli o vittime‚ innocenti o infami per colpa o per destino.

Al Teatro Romano martedì 1 agosto alle 21,30, Pan…crazio, la libertà di avere paura di Alma Daddario, movimenti coreografici Carlotta Bruni,musiche originali Davi Dainelli eseguite dal vivo da Angela Zapolla al violino, regia e interpretazione di Simone Migliorini. Lo spettacolo è una proposta originale: una sorta di riscrittura contemporanea del mito di Pan, il semidio metà capra metà uomo, abbandonato dalla madre per la sua spaventosa bruttezza, inventore del flauto. Pancrazio cresce con un’inevitabile e insaziabile fame d’affetto che cerca soprattutto nelle donne. Maldestri tentativi di seduzione ai limiti della violenza, situazioni paradossali e anche comiche, si alternano ad alterchi con il genitore, a farneticazioni oniriche con figure femminili portanti, in quello che ci è apparso un vero e proprio viaggio nell’inconscio attraverso dubbi e paure che in fondo appartengono a tutti noi.

Al Teatro Romano giovedì 3 agosto alle 21,30, Il sogno di August Strindbergh, progetto artistico di e con Mila Moretti. Da anni TeatrO2 lavora al tema del sogno, lasciandosi condurre da un Baedeker d’eccezione, Il Sogno di August Strindberg,
che è, essenzialmente, la rappresentazione di una lacerante crisi interiore, generale e personale, in cui trova eco il dolore dell’autore per la fine del suo matrimonio con Harriett Bosse. Il Sogno è per noi un nobile pretesto per parlare con la lingua del teatro, di tutte le sostanze dolorose del vivere , in tutte le sue molteplici sfaccettature, dove l’essere in presenza di pubblico corrobora il desiderio di aprire all’improvviso quella scatola cinese in cui le storie e i personaggi si animano, dando vita allo spettacolo dei sogni che accomunano, pur essendo sempre diversi, donne e uomini, senza censure.

Al Teatro Romano domenica 6 agosto alle 20, Cerimonia consegna dei Premi Ombra Della Sera a Giuseppe Pambieri, Micha Von Hecke, Luca Signorini, Nicasio Anzelmo assegnati dalla Giuria presieduta dal prof. Giovanni Antonucci, e composta da Vito Bruschini, Rainero Schembri, Maria Letizia Compatangelo, Elena d’Elia, Edoardo Siravo, Mariano Rigillo, Cicci Rossini, Alma Daddario, Lia Gay, Maura Catalan, Natalia di Bartolo.

Al Teatro Romano lunedì 7 agosto alle 21,30, Dalì vs Picasso di Fernando Arrabal, produzione Atto Due e Festival di Teatro Romano di Volterra, regia Manola Nifosì e Sergio Aguirre. Parigi 1937. Dalì e Picasso si confrontano in un dialogo teso e devastante sulle loro due opere emblematiche: Costruzione molle con fagioli bolliti e Guernica. Scontro fra Titani. Scontro tra generazioni. Scontro fra padre e figlio.

Al Teatro Romano martedì 8 agosto alle 21,30, Patrizia Ciofi – La sposa e i suoi carnefici musiche di Bellini, Gounoud, Donizetti, Verdi, regia di Patrizia Ciofi e Simone Migliorini. Un concerto esclusivo tra Lirica e Prosa di Natalia di Bartolo con Patrizia Ciofi e Simone Migliorini, in scena Giulietta-Juliette, Lucia di Lammermoor e Desdemona, tre grandi eroine della letteratura, della prosa e della lirica: tre spose e i loro rispettivi “carnefici”. Vincenzo Bellini, Charles Gounod, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi per l’incantevole voce di uno dei soprani più celebri al mondo, William Shakespeare e Sir Walter Scott per un interprete di prosa d’eccezione. Duetti giocati tra canto lirico e recitazione: un esperimento mai tentato.

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