Archeologia: sei settimane di scavi a Pisa per trovare la casa del conte Ugolino

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Impiegheranno sei settimane nel tentativo di trovare la casa del celeberrimo conte Ugolino della Gherardesca, nell”unico punto non edificato dei Lungarni pisani dove oggi si trova il giardino della sede di rappresentanze del Consorzio di Bonifica del Basso Valdarno.

Secondo una vulgata proprio in quel punto della città, a poca distanza dal cuore del centro storico, dopo l’abbattimento della casa sul terreno venne sparso del sale e venne proibita la costruzione di qualsiasi edificio. Ancora oggi è l’unico spazio verde che si affaccia sull”Arno a Pisa, sulla riva meridionale del fiume. E’ proprio in questo punto che, secondo documentazione scritta medievale, erano ubicate alcune abitazioni dei Della Gherardesca e in particolare del conte Ugolino, celebre protagonista del XXXIII canto nell’Inferno dantesco della Commedia. Dopo anni di studi da lunedì, e per sei settimane, partirà la campagna di scavi che il consorzio di bonifica ha affidato a un team di archeologi con l’obiettivo di riuscire a riportarla alla luce. L’investimento è di circa 40 mila euro e prevede anche una prima musealizzazione dei reparti e l’apposizione di una cartellonistica ad hoc se gli scavi avranno successo. “Le prospezioni geognostiche effettuate nel 2010 – ha spiegato l”archeologa Monica Baldassari, direttrice scientifica del progetto – sembrano confermare la presenza di strutture murarie sepolte dalla profondità di 0,89 metri fino a circa 1,59 metri dall”attuale piano di calpestio”. Alla fine di questo progetto nascerà un piccolo museo che testimonierà l”esistenza della casa del più controverso esponente, ma anche il più influente dal punto di vista politico, della famiglia Della Gherardesca. L’idea del presidente del consorzio, Marco Monaco, è quella “di lasciare gli scavi a cielo aperto, anche se tutelati e segnalati per renderli fruibili a chiunque, e auspico che si possa trovare su questo punto un accordo con la Soprintendenza”. Vasellame, arredi e oggetti saranno invece esposti in una stanza ad hoc della sede del consorzio. “Una scavo di questa portata – ha concluso Monaco – sia a livello storico che culturale avrà un ritorno inestimabile per la città da un punto di vista economico e turistico”.

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