“Dai salassi allo Xanax”, storia della psichiatria toscana in una conferenza del Montale alla saletta Carpi

Di “matti”, “dementi” e di umanità. Quella che spinse la Toscana leopoldina, alla fine del ‘700 e ben prima di altri paesi europei, ad istituire un trattamento più umano e su basi scientifiche dei malati di mente, dando vita al primo intervento pubblico per migliorare la condizione delle persone con tali disturbi con l’istituzione dell’Ospedale Bonifazio di Firenze. Di tutto questo, oltre che degli sviluppi novecenteschi apportati dalla legge Basaglia, si parlerà alla conferenza dal titolo “La salute mentale, dai salassi di Vincenzo Chiarugi allo Xanax” organizzata dal liceo delle scienze umane “Eugenio Montale” giovedì prossimo, 18 maggio, alla saletta Carpi in via Valtriani alle ore 10.

Incontro al quale prenderanno parte lo psichiatra Annibale Fanali e la professoressa Antonella Galanti dell’Università di Pisa. Un primato che in molti non conoscono, quello della nostra regione, già famosa per la sua celebre riforma della pena di morte, abolita sempre dal granduca Pietro Leopoldo sempre sulla scia delle idee del filosofo e giurista Cesare Beccaria. Pietro Leopoldo, constatando il triste stato in cui versavano i malati di mente, affidò a Vincenzo Chiarugi, medico dell’Università di Pisa, l’incarico di costruire un ospedale per i “dementi” e di stenderne il regolamento. E’ quindi un altro primato: due anni prima che Pinel a Parigi, come si tramanda, “liberasse i matti dalle catene” dando vita alla moderna psichiatria, la Toscana aveva già adottato un regolamento secondo i cui dettami, i malati mentali abbandonati, ospitati in istituti gestiti da religiosi o rinchiusi e incatenati su un giaciglio di paglia come criminali, venivano raccolti e trasferiti in un ospedale di nuova costruzione, quello di Bonifazio a Firenze. In questo ospedale i pazienti erano trattati con dignità e umanità ed era proibita ogni forma di violenza (a parte un sistema di contenzione nel letto per i “maniaci furiosi”), a capo dell’ospedale era non un sacerdote ma un medico, si usavano metodi scientifici basati sulle sostanze e le terapie che la medicina più aggiornata aveva allora a disposizione, sperimentando anche i trattamenti “morali”, la musica, la sauna…

Quello spirito di emancipazione e umanità e’ tornato a rivivere nella rivoluzione dei manicomi e della psichiatria apportata da Franco Basaglia e dai suoi collaboratori. A quasi 30 anni dalla legge 180 del 1978 ci chiediamo qual è il bilancio dell’esperienza italiana, cosa ha funzionato e cosa non si è ancora pienamente realizzato del progetto di Basaglia, se ancora permangono pregiudizi nella percezione della malattia mentale. E ancora: qual è lo stato dei servizi per la salute mentale, e cosa si intende oggi per salute mentale, come affrontare le nuove forme del disagio, quali quelle dell’ansia, degli attacchi di panico, della depressione, nel nostro tempo appropriatamente definito come epoca delle passioni tristi. (ndm)

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.