‘Iscriviti o c’è la penale’: la Camera Commercio non c’entra

Un bollettino da pagare e subito, oppure scatta la penale. Alcune imprese della provincia di Pisa hanno segnalato di aver ricevuto bollettini postali precompilati intestati Cciaa Camera di commercio industria, artigiano, agricoltura e che chiedono pagamenti obbligatori per l’iscrizione nella “Sezione mediatica del Centro Servizi Telematici” del sito www.registrotelematicoimprese.it.

Nel bollettino è anche prevista una maggiorazione in caso di mancato rispetto della scadenza indicata. La Camera di Commercio di Pisa, però, si dichiara completamente estranea a questa procedura e ha già provveduto a inviare un esposto alla Procura della Repubblica.
“L’unico tributo dovuto all’Ente camerale – ricorda – è il Diritto Annuale, che non si assolve con bollettino postale ma con modello F24 oppure on line sulla piattaforma Pago Pa. Le imprese che abbiano ricevuto comunicazioni di questo genere sono invitate a segnalarlo agli uffici camerali (tel. 050-512234/339/294/237 o comunicazione@pi.camcom.it).
Il vademecum anti inganni 
Quelli per i quali viene chiesto di pagare, in genere, sono servizi solo in apparenza gratuiti, spiega la Camera di Commercio nel vademecum anti inganni, ma in realtà molto costosi. Non sono mai presentati per quello che effettivamente sono: manca una chiara descrizione della proposta commerciale realmente offerta ed è, invece, presente una presunta scadenza temporale per pressare il destinatario. L’aggancio avviene con due modalità: invio di bollettini postali pre compilati simili a quelli usati dalle Cciaa per il pagamento del “diritto annuale”, oppure dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi per le pratiche di rinnovo marchi (trucco del bollettino) o con l’invio di moduli pre compilati con i dati aziendali, chiedendo di verificarne la correttezza e di rispedirlo una volta sottoscritto (trucco del modulo).
Il consiglio è lasciarsi insospettire: se non è chiaro chi è il mittente, in cosa consiste il servizio, ci sono evidenti errori grammaticali (sono spesso pessime traduzioni), in fondo alla prima pagina oppure in quelle successive c’è un testo fitto di clausole contrattuali incomprensibili – è lì che si nasconde l’inganno.
I dubbi vanno quindi chiariti con una semplice ricerca su internet alla ricerca di precedenti o contattando il soggetto dal quale il bollettino sembra provenire (in questo caso la Camera di Commercio).
Il trucco del modulo può funzionare solo se la vittima firma. In caratteri tipografici ridotti e in una posizione defilata è infatti precisato che la firma del modulo comporta l’adesione alla proposta di inserimento pubblicitario a pagamento della vostra ditta in una banca dati.
Le associazioni di categoria di riferimento sono al corrente di queste tipologie di pratiche commerciali scorrette: se avete dubbi o cercate supporto e assistenza legale, non esitate a contattarle.

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