Rifiuti, Ato Costa da commissariare: assemblea senza sindaci

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Alcuni sindaci della Versilia, la loro assenza l’avevano annunciata già dalla mattina, in polemica con l’assemblea. Solo che oggi 14 novembre è mancato il numero legale in Ato Toscana Costa, fatto che porta l’autorità per il servizio di gestione dei rifiuti verso il commissariamento. D’altra parte, l’intervento della Regione l’avevano già chiesto 5 sindaci della provincia di Pisa, compreso San Miniato. 

“Prendo atto con rammarico dell’esito dell’assemblea di Ato Toscana Costa – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni -, che non ha avuto il numero legale per procedere alla discussione degli atti posti all’ordine del giorno. Come Regione ci troveremo costretti ad adempiere agli obblighi di legge comunicando nei prossimi giorni ai prefetti territorialmente competenti la mancata attuazione del cronoprogramma a suo tempo approvato. Vorrei che questo percorso delineato dalla legge fosse tuttavia condotto insieme ai sindaci, recuperando il giusto confronto con i territori e valorizzando al massimo la tradizione di efficienza che contraddistingue la gestione dei servizi sulla costa toscana”.
“Scelte campanilistiche e retrograde” le hanno definite, in una lettera inviata ai colleghi ‘disertori’, i sindaci di Pisa, Pontedera, Rosignano, Peccioli, San Miniato e Collesalvetti che, dicono “rendono improduttivo il ruolo dell’assemblea dei sindaci”. Una lettera, questa, inviata prima dell’assemblea che, alla fine, non ha potuto tenersi per l’assenza del numero legale e che aveva all’ordine del giorno l’approvazione di atti propedeutici al consolidamento del percorso intrapreso sin dall’anno 2011 che prevede l’indizione di una procedura di evidenza pubblica per la selezione del partner industriale ed operativo del gestore unico di ambito Retiambiente Spa. “Si tratta – per i 6 sindaci sottoscrittori – di un nuovo arresto del procedimento tutto in danno delle comunità rappresentate. Proprio pochi giorni fa c’è stata una sentenza del Tar che in punto di diritto e di merito ha riconosciuto la giustezza e la legittimità del percorso attivato in contrapposizione alle contrarie istanze avanzate dal Comune di Livorno. Il Tar in sintesi si è definitivamente pronunciato sia sul fatto che la gestione del servizio da parte di Aamps è a tempo e dovrà cessare al momento in cui l’Ato avrà affidato il servizio al gestore unico, dall’altro, ancor più importante, ha confermato la bontà della scelta della società mista (peraltro già avvalorata nel corso degli anni dagli advisors scelti dall’Autorità) ribadendo che l’in-house rappresenta una eccezione rispetto alla regola generale dell’affidamento a terzi selezionati mediante gara ad evidenza pubblica. Non trattandosi di una sola questione politica ma, soprattutto, giuridica e di rispetto delle regole, il mancato numero legale, anziché una presa di posizione politica di cui vantarsi, finisce per causare un danno potenziale all’erogazione di un servizio importante per i cittadini quale è il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Danno verso cui non vogliamo essere considerati corresponsabili avendo cercato con tutti gli strumenti a disposizione di superare lo stallo creatosi. Ancor più sorprendente e singolare è stata poi l’assenza dall’assemblea di alcuni sindaci della Versilia capeggiati dal sindaco di Capannori Menesini, espressione comunque di netta minoranza in seno all’assemblea dei sindaci di Ato, che hanno addotto ragioni contraddittorie e basate sulla presunta non necessità di individuare un partner operativo privato in ragione di un mutato contesto rispetto al 2011. In realtà le motivazioni di allora sono oggi ancor più attuali: stanno lì a dimostrarlo la citata sentenza del Tar, i numerosi documenti di aggiornamento di revisione da parte degli advisors e l’assenza di una seria e tecnicamente sostenibile proposta alternativa. Le istanze dai sindaci assenti malcelano esigenze per lo più campanilistiche e retrograde miranti in sostanza a mantenere lo status quo, (CDA, Sindaci Revisori, Amministratori e Presidenti di tutte le attuali società) a dispetto delle conclamate esigenze di gestione sovraterritoriale di un servizio che deve tendere a maggiore efficienza, efficacia ed economicità. Ecco perché, di fronte a questa empasse, riteniamo che debba intervenire la Regione, con i poteri sostitutivi che la legge le affida. Non è più ammissibile questo stallo, che segue peraltro a decine e decine di incontri tra Amministrazioni evidentemente improduttivi. Un dato è certo: l’atteggiamento di sindaci che neppure hanno il coraggio di affermare le proprie posizioni in seno a un’assemblea, ma preferiscono disertarla, segna un duro colpo nei confronti del concetto di rappresentanza, già fortemente indebolito in questo periodo”.

 

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