Pastificio Caponi, la storia continua e cambia famiglia foto

Un vero e proprio passaggio di testimone tra Caponi e Pasqualetti. Assente per motivi di salute il padre, a chiudere una storia di famiglia è il figlio di Roberto Caponi, ringraziato e salutato dai fratelli Federico e Alessandro Pasqualetti e dall’amministrazione comunale, rappresentata dalla vicesindaco e assessore alle attività produttive Angela Pirri. Un passaggio di testimone che si fa con una serata a tavola con i piatti del cuoco Francesco Chiavacci, al teatro Roma di Pontedera, dove si è conclusa la mostra sul Pastificio (Pasta Caponi in mostra fino a sabato, il sapore della tradizione al teatro Roma), curata da Marco Vanni.

A garantire la continuità è il prodotto, opera delle “donnine”, come le chiama affettuosamente Federico Pasqualetti, che sono anima e cuore ma soprattutto mani, del pastificio. Una storia di famiglia che continua grazie a un’altra famiglia quella dei fratelli Pasqualetti, alla quale Pirri ha augurato di scovare e conquistare tutti i mercati, specie quelli emergenti. Le lasagne con brevetto, la pasta gluten free e i tagliolini sono stati serviti nella cena della ripartenza. A tavola c’era una parte della storia produttiva di Pontedera, come ha sottolineato Pirri: “Pontedera fa parte della storia produttiva italiana. Lo fa con la Piaggio certo, ma anche con gli artigiani e quanti, come Caponi, hanno costruito con poco cose grandi”. Storie di sacrifici e ingegno, ma soprattutto di lavoro, tanto e serio, nel rispetto del prodotto e del cliente. “Compito di un’amministrazione non è dare posti di lavoro – ha ricordato Pirri – ma creare le condizioni perché gli imprenditori possano farlo. Le nostre porte saranno sempre aperte”. 
A cena con gli ospiti, le autorità cittadine e gli imprenditori del settore food della Valdera i nuovi padroni di casa al pastificio Caponi Federico e Alessandro Pasqualetti hanno voluto anche i dipendenti del pastificio, la vera ricchezza dell’azienda le donne e anche un uomo, che ora sono gli artefici della fortuna del pastificio nato nel 1953 da Piero, papà di Roberto, che lo ha venduto 9 anni fa. Tra di loro c’è Roberta Geri, da 35 anni lavora al pastificio e ormai è un po’ la depositaria dei segreti di questo prodotto insieme alla collega Angela Calò anche lei da anni impiegata al pastificio. Alla domanda su quale sia della PAsta Caponi, Roberta sorride e risponde: “Usare le cose buone e fare la pasta con calma, con i tempi che servono per avere un prodotto di qualità, ma forse il vero segreto è la passione che ci mettiamo quando lavoriamo, cercando di stare attente a tutti i dettagli della lavorazione e nel trasmettere ai dipendenti più giovani il mestiere. Alla fine forse l’ingrediente segreto è proprio l’affezione che ci mettimo. Poi il fatto che la nostra pasta dal ’53 venga fatta sempre allo stesso modo, ormai è garanzia di un prodotto quasi artigianale, che usa ricette e procedimenti rodati e consolidati”.
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