Mense nelle caserme dei pompieri, raffica di licenziamenti

Due giorni fa si è consumato un epilogo amaro nel cambio di appalto del servizio di ristorazione delle caserme dei vigili del fuoco delle province della Toscana: 24 lavoratrici hanno perso il loro posto di lavoro. “Siamo di fronte – sottolineano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Toscana,- ad una assoluta inadeguatezza dei bandi di appalti pubblici, con i quali si prevede che nelle sedi decentrate delle caserme dei vigili del fuoco non ci sia più il servizio di mensa, sopprimendo posti di lavoro e non tenendo in considerazione le esigenze dei Vigili del fuoco, che per il particolare tipo di lavoro svolto hanno il diritto a consumare un pasto decoroso”.

Una bruttissima giornata per il mondo del lavoro e per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco secondo i sindacati. “La monetizzazione del servizio mensa, oltre a togliere il diritto al pasto per i vigili del fuoco – sostengono le sigle – taglia le gambe a tante famiglie già in difficoltà per la tipologia dei contratti di quel settore. La strada intrapresa dall’amministrazione è quella di limitare i diritti monetizzandoli, una vergogna. I vertici del dipartimento e del corpo hanno la responsabilità di quanto avvenuto oggi. Risparmiare sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori è indecoroso, servono urgenti soluzioni”.
Inoltre la Ri.Ca, la società che si è aggiudicata l’appalto che succede alla Camst di Bologna, al tavolo di trattativa in Cgil Toscana (alla presenza di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Toscana) sin dalle prime battute ha fatto capire, prosegue la nota sindacale “la poca disponibilità a cercare delle soluzioni eque che potessero portare a un salvataggio degli esuberi da loro dichiarati. Ri.Ca ha espressamente dichiarato che 14 persone impiegate dalla ditta uscente nei distaccamenti dei vigili del fuoco non saranno assunti dalla Ri.ca stessa; le cucine dei distaccamenti, ci hanno riferito, saranno chiuse. Al tavolo era presente anche il coordinatore regionale dei vigili del fuoco della Toscana, che ha contribuito nella discussione affermando con chiarezza che i vigili del fuoco non vogliono buoni pasto, perché non mangiano con pezzi di carta, né cibo veicolato; ma vogliono del buon cibo accuratamente preparato da personale della ristorazione nella cucina delle caserme dove operano. Ma la Ri.ca non ha mai cambiato versione, spiegando di non voler mantenere operative le cucine, che il ministero ha previsto possano essere messe in disuso”.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Toscana dicono quindi no al buono pasto e sì al diritto alla mensa e al lavoro. “Non ci fermeremo – sostengono – e chiederemo l’intervento dell’unità di crisi della Regione Toscana, perché quanto successo oggi rappresenta un grande problema sociale e chi ne ha la responsabilità sarà chiamato a risponderne”.

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