Empoli, consegnata la medaglia d’oro dal ministro Minniti per l’impegno durante la Resistenza – Foto foto

Una medaglia d’oro per non dimenticare l’impegno e il sacrificio degli eroi democratici. È stata conferita nella giornata di oggi (17 gennaio) la ricompensa al merito civile. Quasi 500 persone presenti al PalaExpo, in cui sono intervenuti ex partigiani, ex volontari ed ex deportati, le associazioni, le forze dell’ordine e centinaia di studenti. Presente il ministro dell’interno Marco Minniti, il sindaco di Empoli Brenda Barnini e il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli insieme agli altri sindaci dei comuni del circondario dell’Empolese Valdelsa.

“La collettività locale, distintasi per la fiera opposizione al regime, subiva, con eroico coraggio, soprusi, violenze e devastazioni nelle sedi dei sindacati, nelle case del popolo e nelle cooperative. Dopo l’armistizio partecipava, con la formazione di gruppi partigiani, alla guerra di Liberazione, subendo pesanti bombardamenti e feroci rappresaglie, sopportando altresì la perdita di numerose vite umane e l’invio al confino politico di centinaia di concittadini. Luminoso esempio di incrollabile fermezza ed amor patrio, sorretti da una profonda fede nei più nobili ideali di libertà e democrazia. 1943-1944”. Questa è la motivazione con cui il ministro dell’interno, dopo il decreto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dello scorso 19 ottobre 2017, ha conferito al comune di Empoli la medaglia d’oro al merito civile. In un palazzo delle esposizioni con circa 500 persone, stamani si è svolta la cerimonia di consegna della ‘onorifica ricompensa’ ottenuta dopo l’ennesima richiesta arrivata dall’amministrazione comunale per il valoroso comportamento tenuto dalla popolazione empolese durante la Resistenza. “Difficile davvero descrivere l’emozione di questa mattina – è il commento del primo cittadino Brenda Barnini -. A Empoli oggi è arrivata la primavera, quella bella. Fatta di libertà e democrazia, di storia e dei nostri eroi: partigiani, volontari della guerra di Liberazione, ex deportati. Dopo 70 anni dal vostro sacrificio finalmente il nostro Gonfalone è stato insignito con la Medaglia d’oro al Merito Civile. Grazie al Presidente della Repubblica, al Ministro Marco Minniti per essere venuto a consegnarla, grazie a Dario Parrini e Luca Lotti per aver sostenuto la richiesta dell’amministrazione. Questa giornata la ricorderemo e la racconteremo per trasmettere ancora il testimone della memoria”. “
“Empoli ‘capitale morale dell’antifascismo’ – ha detto il sindaco nel suo intervento di fronte a prefetto, questore, tutte le forze dell’ordine, alle associazioni Aned e Anpi e a ‘ragazzi’ che dal ’43 al ’45 furono impegnati nella lotta antifascista – un appellativo questo riconosciuto nel 1964 da parte del consiglio regionale della Resistenza e che ben descrive le caratteristiche peculiari della nostra comunità in quella vicenda. In nessun’altra località forse come nella nostra città, diceva Mario Assirelli, il sindaco di tutti, era conosciuto il tribunale speciale e le isole di confino, ove centinaia di lavoratori erano stati condannati. Bisogna aver vissuto quei periodi, per avere un’idea dell’atmosfera di sospetto, di persecuzioni continue; ricordare i vigilati speciali, gli arresti periodici, il dramma di tante famiglie, non degli uomini colpiti, ma delle mogli, dei figli, costretti nelle privazioni e nella miseria”.
Il sindaco ha fornito anche dei numeri che ben evidenziano il sacrificio ‘concesso’ da Empoli per la Liberazione: “Sono davvero numeri impressionanti – dice – quelli dei nostri concittadini: quasi 300 sentenziati dal tribunale speciale condannati a 777 anni di carcere e 365 anni di confino, 56 deportati nei campi di sterminio nazisti e 116 in totale con i comuni di Vinci, Capraia e Limite, Montelupo, Cerreto Guidi e Fucecchio, 510 volontari partiti il 12 febbraio del 1945 per la Guerra di Liberazione, 29 civili fucilati per rappresaglia in piazza Ferrucci, 148 morti per le incursioni aree”. Non a caso erano presenti tutte le amministrazioni comunali dell’Unione Empolese Valdelsa con sindaci e vari assessori. Lo stesso ministro dell’Interno ha ricordato come, nella sua esperienza politica giovanile, fin da Reggio Calabria questo territorio fosse considerato “un luogo modello ed esempio per tutti dove poter far crescere e ritrovare un bagaglio di valore che si riflette nella vostra comunità e in quello che è stato capace di fare”. Il ministro sottolineando come anche la comunità di Empoli, “nel momento in cui si affermava il fascismo nel nostro Paese, nel momento in cui il fascismo era più forte”, seppe dimostrare che “c’era un altro punto di vista” come quello “del movimento operaio, del movimento sindacale, della difesa dei diritti dei lavoratori – ha proseguito -, che era quello di mettere in campo un progetto democratico di fronte alla cancellazione della democrazia”. Per Minniti, quindi, quanti hanno avuto “il coraggio di rappresentare un punto di vista diverso” devono essere chiamati con il loro nome: “sono stati e sono eroi democratici”. Sono intervenuti, in rappresentanza di tutti i partigiani, volontari ed ex deportati che non ci sono più anche Dario Del Sordo, volontario partigiano, 89 anni, presidente onorario ANPI di Empoli, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e Medaglia d’Oro al Merito Sportivo del Coni. Insieme a lui anche Rolando Fontanelli, 94 anni, uno dei 530 volontari che partirono da Empoli per la Guerra di Liberazione del Nord Italia, era il 13 febbraio 1945; quindi Vera Michelin Sàlomon, attivista antifascista, 94 anni, deportata a Dachau e poi ad Aichach, dal 2015 presidente onoraria Nazionale dell’Aned.
In apertura è stato letto il messaggio inviato dal ministro per lo sport in qualità anche di responsabile per il Governo degli anniversari di interesse nazionale che si è rivolto anche agli oltre 250 studenti deli istituti superiori Pontormo, Ferraris, Fermi-Da Vinci presenti al PalaExpo: “Questa è l’occasione per ribadire – sottolinea il ministro -, ancora una volta, il nostro ‘mai più’ all’orrore della guerra. La nostra risposta, ma soprattutto la risposta di voi ragazzi deve essere quella di conservare, custodire e proteggere il valore della memoria. Capire cosa accadde in quegli anni, ne sono certo servirà a dare un senso profondo e ancor più consapevole al vostro percorso di crescita culturale”.

 

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