“Dalla crisi non siamo usciti”. Appello Cgil all’unità

“Per cogliere le opportunità che il futuro ci offre bisogna mettere al centro della discussione la capacità di essere attrattivi – anche con infrastrutture adeguate – e di dare opportunità a chi vuole investire qui di farlo. Consapevoli che solo più qualità serve a rendere competitiva un’azienda, non certo l’abbassamento del costo del lavoro o il retrocedere sui diritti. Serve ripartire da un terreno comune per costruire un territorio nuovo, che possa facilitare un nuovo sviluppo e quindi anche più posti di lavoro e redditività”. A lanciare il richiamo all’unità, che è anche una specie di grido d’aiuto, sono Giuseppe Dentato ed Edmond Velaj della Filctem – Federazione Italiana Lavoratori Chimica Tessile Energia Manifatture – della Cgil dell’Empolese Valdelsa.

 

“L’Empolese valdelsa – sostengono – può approfittare della sua posizione strategica. Siamo parte di una città metropolitana e adesso possiamo decidere se avere un ruolo centrale o essere triste periferia dormitorio della città, dove i giovani imprenditori non investono. Se rimaniamo indietro ora, però, dobbiamo sapere che non recupereremo più perché gli altri non aspettano e vanno avanti altrove. E questo territorio, senza il manifatturiero, è destinato a morire”.
Mentre annunciano passi avanti verso la risoluzione della crisi in tre importanti aziende dell’Empolese, i sindacalisti approfittano per sottolineare come “Serve l’impegno delle istituzioni per uscire davvero dalla crisi. Servono infrastrutture che riducano gli ostacoli per chi vuole investire in questo territorio e serve innovare, perché abbiamo le competenze, ma certe professionalità le stiamo perdendo”. Per quanto riguarda il settore pelle e cuoio, per esempio, Dentato sottolinea come “L’Empolese può approfittare della sua posizione e candidarsi a diventare strategica per i due distretti che collega e che si parlano di continuo, quello del Cuoio e della cintura fiorentina. Possiamo diventare l’anello di congiunzione in un momento in cui la velocità è fondamentale e possiamo potenziare le figure necessarie a questo ruolo. Credo che questa sia un’opportunità da sfruttare e da non perdere, però serve una seria riflessione che porti a investimenti in tempi rapidi in infrastrutture. Penso, per esempio, a una metropolitana di superficie che renda più veloce la mobilità delle persone. Il fatto di essere nella Città metropolitana di Firenze ci aiuta, perché possiamo provare a sfruttare finanziamenti locali, nazionali e anche dell’Unione europea. Con l’ulteriore vantaggio che la mobilità viaggia a doppia direzione: se noi andiamo con facilità a Firenze, loro possono venire qua a portare lavoro e investimenti”. Perché nella manifattura “siamo considerati tra i più importanti della Toscana: in 10 anni di crisi siamo arretrati tanto ma non è ancora finita. Serve uno scatto di reni, però. Chiediamo aiuto agli imprenditori per andare insieme dalle istituzioni e chiedere un impegno forte in investimenti e tempi rapidi: solo così possiamo crescere per essere attrattivi nei confronti della nuova generazione di imprenditori”. Con l’obiettivo di creare nuova occupazione dopo aver salvaguardato quella esistente, perché dove non c’è lavoro non ci sono i giovani né le famiglie “e il tessuto sociale muore un po’ alla volta”.
L’ottimismo, però, è la parola chiave della Cgil, che qualche passo avanti lo sta facendo, con la collaborazione delle imprese, certo. Un ottimismo moderato, insomma, che serve a dire come “dalla crisi non siamo usciti. E questa misera ripresa, se non diventa strutturale, non crea occupazione”. 

Sono tre gli esempi positivi che nell’Empolese hanno avviato un percorso virtuoso: la Revet Vetro di Empoli – Zignago ha il 51% delle quote -, la Vibac ex Syrom di Vinci e la vetreria Lux di Montelupo fiorentino. Tre aziende nel 2017 in forte crisi, a causa delle criticità di settore, certo, ma anche di difficoltà negli investimenti e “scelte che non sempre hanno privilegiato la massima qualità del prodotto”. La ristrutturazione degli stabilimenti e delle aziende passa ora da una doppia strada: ammodernare gli impianti e le linee e investire in formazione dei lavoratori. “Per la Vetro Revet abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa che ci impegna, entro il 2018, a rilanciare l’azienda anche nella qualità del prodotto con un investimento di 3 milioni per le linee, la formazione del personale e con una riorganizzazione della forza lavoro che investe su professionalità e persone. Intanto, poi, ci sarà lavoro più certo per una decina di somministrati, che avranno all’inizio un contratto a termine”. La Vibac ha attivato la cassa integrazione straordinaria, che è possibile solo in caso di ristrutturazione dell’azienda per 12 mesi. Sono circa 3 i milioni di euro previsti per l’investimento che prevede anche la sostituzione di linee nuove e più moderne, 200mila euro dei quali previsti per la formazione e per fare in modo che lo stabilimento si specializzi su elementi che hanno un maggiore valore aggiunto.
Una delle ultime vetrerie, la Lux di Montelupo, “ha una situazione più critica ma l’azienda ha pagato gli stipendi. Sta calando il fatturato in un settore che vive una crisi generalizzata, non legata allo stabilimento soltanto. La speranza è che il vetro a Empoli possa avere una seconda vita, visto che ci sono ancora le professionalità e serve impegno per non disperderle. Serve, poi, il fatturato per ravvivare l’azienda e progettare un nuovo sviluppo”.

Elisa Venturi

 

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