Olio, in Toscana la produzione cala del 30 per cento

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L’olio in Toscana è di alta qualità, ma cala la sua produzione del 30 per cento a causa delle avverse condizioni climatiche. È quanto rilevato da Confagricoltura Toscana, che col suo presidente Francesco Miari Fulcis annuncia: “Necessari cambiamenti per far fronte alle avversità”.

Cala l’olio in Toscana, con differenze da un’area all’altra della regione a causa delle bombe d’acqua e della gradine delle ultime settimane, con criticità maggiori nelle zone interne. “Sul fronte della qualità siamo ottimisti – afferma il presidente Francesco Miari Fulcis – il temuto parassita Bactrocera oleae, la cosiddetta mosca delle olive, non desta preoccupazione. Dall’altro lato, quello produttivo, purtroppo sembra non ci sia da gioire a causa soprattutto delle particolari condizioni climatiche”. Le basse temperature registrate alla fine di febbraio con punte di oltre -9 gradi hanno, in molte zone olivicole, compromesso buona parte della chioma delle piante e contribuito alla scarsità dei frutti. Inoltre la grandine unita a bombe d’acqua in alcune aree della regione ha accelerato la cascola delle olive. “Problemi si registrano anche su varietà molto diffuse come il Frantoio – continua il presidente – dove si sono registrati problemi di allegagione, mentre ha retto bene la varietà Moraiolo”.
I repentini cambi climatici sono ormai sempre più frequenti e impongono un cambio di visione. “L’olivicoltura moderna deve saper far fronte a queste avversità – spiega il presidente Miari Fulcis – I dati su varietà resistenti al freddo per esempio sono incoraggianti, non possiamo quindi che condurre un impostazione moderna dell’olivicoltura con impianti innovativi, specializzati e laddove ce ne sia la possibilità colturale, anche intensivi”.
Altra questione, l’abbandono dei terreni. “Registriamo una forte contrazione del settore dovuto all’abbandono di terreni soprattutto nelle aree interne – osserva il presidente di Confagricoltura Toscana – La Toscana ha necessità di rinnovarsi molto in questo settore strategico perché l’olivo è una caratteristica del nostro paesaggio, ma non può essere considerata immutabile alla stregua di una bella cartolina.

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