Caso-merende all´“Iqbal Masih” di Bientina. La dirigente si difende e denuncia

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“Negli altri due comuni in cui ci sono scuole di cui ho la responsabilità vengo elogiata per i progetti ed i bandi vinti, a Bientina non faccio che difendermi”. Ha voglia di sfogarsi la dirigente dell’istituto comprensivo “Iqbal Masih” Sandra Fornai, al centro di un ‘caso’ che da alcuni giorni tiene banco nel comune circa la mancata distribuzione delle merende ai bambini. “Non è possibile che per ogni problema fra maestre, dirigenza e genitori si arrivi a questi livelli di scontro. Ho ricevuto delle minacce sui social. Ho paura, non ci dormo la notte”.

La questione assume nuovi contorni, fino a toccare il diritto penale. La dirigente ha infatti sporto denuncia a seguito di alcune minacce giuntele su Facebook a seguito del duro scontro che da alcuni giorni la vede protagonista insieme ad alcuni genitori ed insegnanti sulla distribuzione della merenda ai bambini a metà mattinata. Una cosa assolutamente normale in ogni scuola, ma non a Bientina, dove alcune insegnanti si sono rifiutate di consentire ai bambini di mangiare la meredina portata da casa per il timore di incidenti dovuti ad allergie ed intolleranze alimentari. “Io non ho alcuno strumento per costringerle, ma mi piacerebbe che oltre alle specifiche normative si utilizzasse il buonsenso – dice la dirigente, che giovedì mattina all’uscita dalla scuola ha chiesto in via cautelativa la presenza dei Carabinieri e ieri in aperta sfida alla decisione delle maestre si è presentata a scuola con biscotti e crackers da distribuire ai bambini all’ora della merenda. – Se ci sono tre bambini con un’allergia alimentare, che peraltro, come ogni altro bambino, si portano da casa la merenda da casa, non vedo come sia possibile impedire di farla a tutti e 198 i bambini della scuola”.

Problema al quale potrebbe dare soluzione un progetto del comune rilanciato ieri sui canali social dal sindaco Dario Carmassi, che non senza una vena polemica verso l’accaduto ha anticipato la volontà dell’amministrazione di mettere a punto una distribuzione quotidiana di frutta biologica già lavata ai bambini. Anche in questo caso servirebbe però la collaborazione delle maestre. “Non dare la merenda negli asili non ha senso – ha detto il primo cittadino. – La paura che un adulto (magari della comunità educante) ha nel dare un biscotto ad un bambino per paura di eventuali allergie è lo specchio di un’intera società che pensa di poter ovattare tutto, di dover evitare tutto. Per quanto mi riguarda, credo che non rappresenti un problema differenziare la merenda in base alle eventuali allergie e alle intolleranza, anzi penso sia un’occasione per educare tutti i bambini a qualcosa che esiste nel mondo e che sicuramente prima o poi conosceranno (o che già stanno vivendo). L’altra alternativa – esterna, ed è quella che attiveremo come sola risposta pratica possibile all’amministrazione – è la frutta. Ma anche in questo caso si aprono “paure” (il possesso o meno dell’Haccp… ma sul serio?) che vanno domate, perché c’è il rischio di far fallire anche questa proposta”. Situazione complicata, accentuata anche dall’altra questione, quella del riposo pomeridiano, dove però in questo caso sarebbero implicate normative nazionali. “A differenza del caso-merende, della quale io sono stata informata solo nei primi giorni del mese, la questione del riposo è nota – continua la dirigente. – Sono molte le scuole che ci stanno riunciando e sapevamo che prima o poi l’avremmo dovuta affrontare. Per farla, servirebbe un rapporto alunni-insegnanti di 5 a 1, cosa che all’asilo è presente, ma alla meterna no. Prendo comunque atto del fatto che occupandomi di 21 scuole in tre comuni a Bientina ricevo continui attacchi. Il ruolo di un dirigente scolastico dopo la legge sull’autonomia delle scuole del 2000 sarebbe un altro: recuperare fondi, partecipare a bandi, reperire finanziamenti, contatti, opportunità per la scuola. Cosa che puntualmente facciamo arrivando ai primi posti in toscana per la progettazione”.

Nilo Di Modica

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