Malati di cuore, il futuro dei pazienti in tre marcatori

Scoperti tre marcatori che sono in grado di predire il futuro dei pazienti colpiti da scompenso cardiaco, la via finale delle malattie cardiovascolari e una delle principali cause di ricovero e decesso. I ricercatori dell’Istituto di Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa hanno pubblicato uno studio insieme agli esperti dei più prestigiosi centri di ricerca americani ed europei. 

Il lavoro dei ricercatori dimostra che il dosaggio ematico di tre biomarcatori possono fornire ai medici un potente indicatore del destino dei pazienti con scompenso, il cui rischio aumenta fino a dieci volte quando la concentrazione di tutti e tre i biomarcatori è più alta. Gli studiosi italiani e americani hanno analizzato i dati di 4268 pazienti attraverso statistiche che per la prima volta hanno permesso di stabilire il valore di una soglia di rischio da utilizzare per orientare la decisione clinica. Il dosaggio dei tre biomarcatori consente quindi di  adattare la strategia terapeutica sulla base del rischio individuale di ogni singolo paziente consentendo di individuare gruppi a rischio  elevato, intermedio, basso e di modulare di conseguenza la terapia connessa.”Tale osservazione è assolutamente originale – sottolineano Michele  Emdin e Claudio Passino, docenti di cardiologia all’Istituto di scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna – ha avuto ampia risonanza nel mondo cardiologico internazionale. I risultati pubblicati confermano il valore della combinazione fra i tre biomarcatori sST2, indicatore di attivazione di vie profibrotiche, NT-proBNP, indicatore di scompenso emodinamico e troponina, indicatore di morte cellulare per la valutazione integrata del paziente cardiopatico e la messa a punto di nuovi strumenti di diagnosi e cura di una delle patologie più frequenti e pericolose, con importanti ricadute cliniche”.

 

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