Reddito di cittadinanza, 400 domande sul Cuoio ai Caaf Cgil.

E’ un discorso fiume quello del segretario provinciale della Cgil di Pisa Mauro Fuso. Che affronta i vari punti cruciali della politica pisana nei confronti dell’Unione Europea: dalle infrastrutture al welfare, dal lavoro alla sanità, dalle politiche europee ai bandi che rappresentano occasioni perse.

“Nessuno dei candidati alle elezioni europee in questo collegio ci ha contattati o ha accettato un confronto con noi sui temi del programma. Gli unici contatti sporadici sono stati con qualche candidato a sindaco della provincia di Pisa”. Questo Fuso lo dice con rammarico, tracciando poi i numeri di quella che sembra essere una situazione complessa per la provincia di Pisa dal punto di vista occupazionale e più in genere della tenuta sociale. “Pisa, per numero di richieste di reddito di cittadinanza è la terza in Toscana con 4.657 domande secondo i dati Inps. Addirittura batte Livorno, dove sappiamo che la crisi ha picchiato più duro, ma le domande sono 4.193. In Toscana, in tutto, abbiamo 32.878 domande. Scorporando i dati – continua Mauro Fuso – e prendendo in esame in modo indicativo le domande inoltrate attraverso i Caaf Cgil, scopriamo che la crisi si attenua in provincia di Pisa man mano che ci si allontana dalla costa. I dati, per quanto parziali perché dei nostri Caaf, sono chiari: tra Pisa e Cascina i Caaf hanno elaborato 841 domande, tra Pontedera e Ponsacco (Valdera) 620, nel Cuoio 424, solo 140 a Volterra e Valdicecina. Questi dati vanno poi associati a quelli della disoccupazione, datati a fine 2018. A Pisa, su 178.400 unità di forza lavoro, c’è il 6,9% di disoccupati, dto mitigato rispetto al quadro regionale che parla di una disoccupazione dell’8,5%”.
Sulle politiche europee poi il segretario della Cgil pisana Mauro Fuso dice: “Sono molti i temi su cui avremmo voluto confrontarci con i candidati. Noi riteniamo che la convivenza civile, solidarietà e coesione sono obiettivi fondamentali per chi intende candidarsi al governo delle comunità locali che costituiscono spesso il primo e più vicino soggetto istituzionale a cui i cittadini si rivolgono chiedono una risposta. Alle forze che si candidano per governare le comunità locali, la Cgil di Pisa intende proporre un confronto sui contenuti per promuovere lo sviluppo e la tutela del territorio partendo dalla consapevolezza della fragilità e dell’urgenza di investire nella prevenzione e nella cura attraverso la programmazione di interventi ordinari e straordinari. La crisi ha aumentato e polarizzato la crescita delle disuguaglianze economiche sociali e territoriali, determinando distacco, disagio e diffidenza verso tutti i livelli delle istituzioni democratiche locali, regionali, nazionali ed europee, che si è concretizzata con una diminuzione della partecipazione al voto degli elettori”. Non solo. Poi Fuso aggiunge: “Non possiamo essere d’accordo con politiche europee che puntano sempre e solo all’austerità e ai sacrifici, che poi non trovano una contropartita nella capacità di sfruttare le opportunità che ci dà l’Europa, come ad esempio investire sul territorio le risorse che arrivano dall’Unione. Per noi infatti, difendere l’Unione Europea – è chiaro che esortiamo i cittadini a recarsi alle urne – non significa difendere l’austerity e l’inerzia sui migranti, significa al contrario cambiarla e rendere effettive le opzioni fondamentali dalla base dell’Europa dei popoli e della scelta comunitaria originaria: benessere economico e sociale e solidarietà. In questo scenario diventa prioritaria anche per le comunità territoriali la centralità del lavoro e la sua tutela, l’occupazione stabile e di qualità come leva dello sviluppo della coesione sociale”.
Poi Fuso declina tutto questo per punti, cercando di mettere in relazione il pensiero della Cgil con il territorio: “I temi fondamentali – continua il segretario della Cgil di Pisa – sono la tutela del territorio nell’ottica di prevenire il dissesto geologioco e programmare la manutenzione. Le infrastrutture: legare lo sviluppo dell’economia e lo sviluppo di un territorio alle infrastrutture materiali e immateriali è una condizione imprescindibile per il futuro. Il welfare locale e la sanità: rafforzare i servizi sociali, sanitari, l’istruzione le politiche abitative e assistenziali con interventi omogenei sul territorio è fondamentale mantenendo più attenzione alle fasce più deboli della popolazione. La scuola e dell’Università devono diventare centri di ricerca e veicolo di sviluppo per tutto il territorio. Poi ci sono temi come quello dell’accesso al credito, dove gli istituti locali devono essere in grado di sostenere l’economia territoriale”. Tra i vari punti che presenta la Cgil e su cui si vorrebbe confrontare con i candidati ci sono anche le energie rinnovabili, il turismo e la cultura, i rapporti tra grande distribuzione ed esercizi commerciali. Su questo Fuso precisa: “Per noi è fondamentale sostenere le richieste di chiusura nelle 12 festività civili e religiose, così come siamo convinti che è fondamentale sostenere il made in Italy attraverso incentivi e controlli per la traccaibilità della filiera prodttiva del territorio”. Tra gli altri temi c’è poi quello dei rifiuti e la riduzione della loro produzione, come anche la bonifica dei siti inquinati. “A nostro avviso ormai tutti dovrebbero avvalersi dei programmi regionali e anzi le discariche ancora presenti farebbero bene ad avvalersi dei contratti nazionali per i loro lavoratori”. Sul tema dell’immigrazione poi la posizione della Cgil è abbastanza netta: “Gli immigrati residenti nella nostra provincia sono il 13,7 per cento della popolazione. E’ fondamentale mantenere e favorire i processi di integrazione per le positive ricadute nei settori produttivi e sul piano sociale. Ovviamente noi siamo favorevoli a modelli di accoglienza simili allo Sprar, che permettono l’integrazione per piccoli gruppi”. Alla fine poi il segretario della Cgil affronta anche il tema degli appati e spiega: “Vorremmo che la politica tutelasse e si impegnasse per garantire i livelli occupazionali e di reddito dei lavoratori impiegati negli appalti, per elevare la qualità dei servizi esternalizzati”. 

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