Lungo il Fiume e nella Valle, il coraggio dei fratelli Taviani foto

di Riccardo Cardellicchio

 

Alba è l’epicentro della Langhe, in Piemonte. L’ultima volta che vi sono stato, ero sulle tracce del pittore Dedalo Montali. Amo Alba, non tanto per la Nutella, il cui odore avvertii subito, intenso, che a qualcuno può dare noia, quanto per aver dato i natali a Beppe Fenoglio, uno dei due scrittori che amo di più. L’altro è Cesare Pavese, che è nato non lontano da Alba… a Santo Stefano Belbo. Ad Alba, sono finiti anche Paolo e Vittorio Taviani. Chiamati, non dal tartufo, ma da Fenoglio. I due registi sanminiatesi, dopo il successo di Cesare deve morire e del flop di Meraviglioso Boccaccio, vogliono portare Fenoglio sul grande schermo. Non proprio Fenoglio. Ma il suo romanzo Una questione privata.

Riprese ad Alba e nel Lazio. Niente Toscana, questa volta. Cast di attori giovani. Protagonista, nella parte di Milton, Luca Marinelli. Si mettono a un bel rischio, i fratelli Taviani. Non soltanto avranno gli occhi addosso della critica cinematografica, ma anche di quella letteraria, dal momento che ‘Una questione privata’ non è un romanzo qualsiasi. Italo Calvino ne parlò, tra l’altro, in questi termini: “Fu il più solitario di tutti che riuscì a fare il romanzo che tutti avevano sognato, quando nessuno più se l’aspettava, Beppe Fenoglio, e arrivò a scriverlo e nemmeno a finirlo, e morì prima di vederlo pubblicato, nel pieno dei quarant’anni. Il libro che la nostra generazione voleva fare, adesso c’è, e il nostro lavoro ha un coronamento, un senso”. Eppoi – rileva ancora Calvino – è un romanzo sulla Resistenza… quella vera… di valori morali forti… di paesaggi… di figure rapide e tutte vive… di parole precise e vere… È un romanzo assurdo… misterioso… questo l’incipit… ‘La bocca socchiusa, le braccia abbandonate lungo i fianchi, Milton guardava la villa di Fulvia, solitaria sulla collina che degradava sulla città di Alba. Il cuore non gli batteva, anzi sembrava latitante dentro il suo corpo’. Un inizio non certo felice, che non lasciava sperare niente di buono. Invece si trattava di un capolavoro, mi permetto d’aggiungere. Che aspetta al varco i fratelli Taviani. La speranza è che non gli accada come con il ‘Decamerone’ del Boccaccio… presero fischi per fiaschi… e incapparono in numerose ingenuità.

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