Cittadinanza onoraria ai bambini Saharawi

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Il comune di Fucecchio vuol conferire la cittadinanza onoraria ai bambini Saharawi che ospita annualmente, per sottolineare la vicinanza al loro popolo e alla loro causa. Si tratta di un gesto simbolico ma di grande valore soprattutto in un momento storico come quello attuale nel quale i problemi dell’Africa vengono sempre associati al tema dell’emergenza e degli sbarchi.

Fucecchio, già gemellato con la tendopoli di Bir Enzaran, è impegnato da molti anni nei progetti di accoglienza dei bambini insieme alle associazioni di volontariato e all’associazione Hurria. I giovani trascorrono un periodo in Toscana, ospiti delle associazioni e delle amministrazioni comunali, nel quale incontrano i loro coetanei prendendo parte a molte iniziative. Oltre a questo vengono sottoposti ad una serie di visite mediche per poter prevenire eventuali problemi di salute e, nel caso, garantirgli un’assistenza sanitaria opportuna. Fucecchio, inoltre, sostiene progetti come quello per la costruzione di un dispensario all’interno della tendopoli di Bir Enzaran e promuove occasioni di sensibilizzazione con le scuole, attraverso viaggi umanitari, dibattiti e film. Lunedì, in consiglio comunale, verrà posta all’attenzione dell’assemblea la volontà di assegnare una cittadinanza onoraria simbolica ai bambini saharawi che il giorno successivo, martedì 21 luglio alle 18, saranno ricevuti nella sala consiliare alla presenza del sindaco, della giunta e dei consiglieri comunali. “Affrontare i problemi di questa popolazione – dice il sindaco Alessio Spinelli – è un modo per intervenire sulle sofferenze di un popolo dell’Africa che non vuol rinunciare alla propria indipendenza e che non vuol abbandonare la propria terra. Credo che sia indispensabile e improrogabile un impegno politico da parte di tutti in questa direzione. Chi si occpupa di politica internazionale non può affontare i problemi soltanto quando diventano un’emergenza. Nel sahara occidentale c’è un popolo che ha diritto alla propria indipendenza dal 1975 quando l’invasione dell’esercito del Marocco vanificò il referendum per l’autodeterminazione. Occorre sostenere con forza questa gente orgogliosa che nelle proprie tendopoli sparse nel deserto cresce e educa i propri figli con una dignità veramente commovente. E’ buona politica sostenere queste cause, sostenere un popolo che reclama il proprio territorio da 40 anni. Spero che lunedì sera tutto il consiglio comunale sia concorde nell’assegnare ai bambini saharawi questo riconoscimento simbolico di appartenenza alla nostra città”.

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