Denunciò i padroni di casa, ora vive per strada: “Aiutatemi”

“Non faccio che chiedere verità e mi restituiscono menzogne. Più cerco verità e più ottengo cinismo. E hanno anche il coraggio di ricattarmi. La casa è un diritto, non un lusso”. Parole di fragilità e tenacia quelle di Anna Nigi, 59enne di origine pratese ma da sempre residente a Fucecchio, alle Botteghe, dove in questi settimane per la prima volta si trova a dormire per strada.

“Sono residente, si. E ci tengo a ribadirlo” dice “anche se alle istituzioni sembra una parola vuota, ma vado avanti”. Un diploma al Dams di Bologna, una vita passata fra l’Italia e la Spagna al seguito del marito, una figlia partita per la Nuova Zelanda e poi il divorzio e una storia che pian piano scivola fra i gangli di una crisi economica e sociale che non concede sconti a nessuno: “soprattutto a chi prova a difendersi, come me, che ho denunciato il padrone di casa perchè mi chiedeva soldi a nero, aumentando l’affitto di continuo”. I fatti risalgono al 2011, quando in virtù di una legge allora in vigore Anna decide di segnalare all’Agenzia delle Entrate la situazione, che degenera. “In poco tempo i padroni di casa, al piano di sotto, mi staccarono luce, gas e acqua: sono vissuta così per 5 anni, facendo chilometri per prendere l’acqua tutti i giorni, sotto pressioni psicologiche inenarrabili in casa” racconta. E poi quest’anno, a fine marzo, lo sfratto; il ritrovarsi a vivere in strada, fra il cercare una sistemazione ai gatti ed il passare le giornate fra sale lettura e biblioteche, scrivendo e chiedendo aiuto a chiunque. “I miei due gatti e i libri mi hanno fatto andare avanti, sono tutta la mia vita. Senza non ce l’avrei fatta – racconta, commossa. – Anche per tutto questo non posso andare al Centro Notturno di Empoli. Sono anni che fatto domanda per avere due stanze e ho partecipato a due bandi per case popolari nel 2012 e 2015. Un tempo facevo le pulizie nelle case, adesso sono occupata a sopravvivere e intanto dove metto tutte le mie poche cose? La mia vita che fine fa?”. Proprio quella vita che adesso, con tutti i suoi oggetti, rischia di perdersi. A fine giugno, infatti, la cura dei beni della signora, ancora nell’appartamento, non sarà più a carico dei proprietari. “Ho scritto a chiunque: a giornalisti di testate nazionali, al presidente della regione Rossi, ai vertici dell’Asl e del comune. Ho parlato con persone dei servizi sociali, assessori e con il sindaco – racconta – Già Toni conosceva bene la mia situazione, come la conosce il sindaco Spinelli, che per tutta risposta mi ha detto che le case non le hanno. Non è vero, le case il comune le ha. L’unica, cinica, preoccupazione del sindaco era che parlassi con i giornalisti. Ed io intanto cosa faccio? Sono sola ed il maltempo degli ultimi giorni mi ha fatto ammalare”. Il caso, intanto, è stato preso in carico dall’Unione Inquilini, che per bocca del suo rappresentante, l’avvocato Luca Scarselli, invita le istituzioni a prendersi carico del caso.

Nilo Di Modica

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.