Black Sheep, bambini a scuola di libertà

Pecore si, ma nere. Perché loro, hanno detto al sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli che li ha ricevuti, usano la propria testa. Così 24 bambini della classe III E della scuola primaria Carducci di Fucecchio, le “Black Sheep”, hanno mostrato al sindaco il lavoro con cui hanno ottenuto il primo posto nel concorso nazionale “Philosophy for Humans”, indetto da Crif (Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica) e Miur. I ragazzi hanno anche approfittato per raccontare al primo cittadini i loro progetti sull’ambiente. I ragazzi erano accompagnati dalle insegnanti Lorella Daniero e Sibilla Panicucci.

La classe ha presentato un elaborato video che è il frutto di un percorso costruito da insegnanti e bambini per un progetto educativo che li accompagnerà fino alla classe quinta. Partendo dalla lettura in chiave filosofica di “Alice nel paese delle meraviglie”, gli alunni hanno approfondito con tecniche quali il brainstorming, il circle time e soprattutto il debate diverse tematiche tra cui “La libertà ha bisogno di regole?”.
Oltre ad esperienze all’interno dell’aula scolastica i bambini hanno svolto attività in bosco a contatto con la natura, scritto un libro che ogni anno si arricchirà di nuove pagine, vissuto esperienze di pittura spontanea accompagnate da musiche contemporanee e realizzato uno spettacolo teatrale in collaborazione con l’esperto Sergio Bulleri dal titolo “Pedalare contro vento: Alice e noi, noi e Alice”. Infine, cogliendo l’occasione di essere ricevuti dal sindaco, gli alunni hanno portato alla sua attenzione proposte e idee per la salvaguardia dell’ambiente, a dimostrazione che fin da piccoli i bambini possono essere educati al rispetto del mondo che ci circonda e degli altri. “Siamo contente del risultato – dichiarano le insegnanti della classe III E – perché l’iniziativa di introdurre il pensiero filosofico nella nostra scuola e in una classe così giovane, nonostante abbia incontrato fin dall’inizio scetticismo e pregiudizi, ha trovato invece la partecipazione e la disponibilità sia delle famiglie dei nostri alunni che delle nostra dirigente Maria Elena Colombai, che ci hanno sostenuto comprendendo la trasversalità e l’importanza di progetti che non si propongono il raggiungimento di obiettivi ma la costruzione di idee. Per insegnare la libertà bisogna sentirsi liberi e rompere gli schemi, non esiste un unico modo di fare scuola e non bisogna porsi e porre dei limiti, i bambini hanno un potenziale che purtroppo viene spesso sottovalutato”.

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